L’Aikido – la Via (DO) dell’armonizzazione (AI) delle energie (KI) – è un’arte marziale giapponese che venne concepita da Ueshiba Morihei, O Sensei (1883-1969), nel corso di una vita di studio ed elaborazione [informazioni sulla vita di O Sensei: Wikipedia].

L’esperienza terrena del Fondatore fu quasi integralmente dedicata allo studio ed alla pratica del Budo – la Via (DO) Marziale (BU) – ed egli ebbe modo di sperimentare personalmente molteplici sistemi di combattimento armato e disarmato ma la disciplina che maggiormente influenzò le tecniche di O Sensei è, senza dubbio, il Daito Ryu Aikijujutsu [info su Wikipedia] del suo maestro Sokaku Takeda (1859-1943).

Per approfondire il legame tra l’Aikido di Ueshiba Morihei ed il Daito Ryu Aikijujutsu si legga l’interessante Ueshiba-ha Daito-ryu Aiki-jujutsu di Christopher Li.

O Sensei ebbe numerosi allievi [vedi] molti dei quali diedero poi vita a scuole o “stili” di Aikido più o meno noti e/o indipendenti dalla scuola del Maestro – tanto per esemplificare: lo Yoshinkan Aikido di Gozo Shioda (1915-1994) , lo Shin Shin Toitsu Aikido di Koichi Tohei (1920-2011), il Tomiki-ryu Aikido di Kenji Tomiki (1900-1979).

Indubbiamente, però, i due maestri che contribuirono in maniera determinante alla diffusione ed alla crescita dell’Aikido nel mondo furono il nidai Doshu Ueshiba Kisshomaru e Saito Morihiro Iwama-ryu nidai Soke.

Ueshiba Kisshomaru (1921-1999) era il terzo figlio di O Sensei e da questi venne posto alla guida dell’Aikikai so Honbu sin dalla sua costituzione – lo Zaidan Hojin Aikikai, o più semplicemente Aikikai, venne riconosciuta formalmente dal governo giapponese nel 1940 – e ne assunse anche formalmente la direzione come secondo Doshu (Maestro della Via) alla morte del padre nel 1969. Il grande merito del nidai Doshu è stato proprio quello di far crescere a livello internazionale la Fondazione Aikikai e di far conoscere e divulgare l’Aikido anche al di fuori dei confini del Giappone. Per far ciò, però, egli modificò le tecniche originarie di O Sensei per renderle più facilmente esportabili ed “abbordabili” anche ai palati dei praticanti occidentali [Informazioni sull’Aikikai: Wikipedia – In merito alle modifiche apportate dal nidai Doshu: Il Doshu cambiò le tecniche del Fondatore].

Saito Morihiro (1928-2002) incontrò il Fondatore, Ueshiba Morihei, nel 1946 a Iwama, villaggio rurale della Prefettura di Ibaraki – oggi inglobata, assieme a Tomobe, nel territorio metropolitano di Kasama [info] – dove O Sensei si era ritirato sin dal 1942 e dove Saito stesso risiedeva. Seguito da subito il Maestro, Saito Morihiro ne divenne l’allievo diretto più vicino ed assiduo, seguendolo ininterrottamente per più di vent’anni, mentre il Fondatore proseguiva nello studio e nell’approfondimento della propria arte, facendola progressivamente maturare nell’Aikido che oggi conosciamo. Nell’Aiki-en (o fattoria dell’Aiki, la proprietà di O Sensei in cui sorgeva il suo dojo di Iwama ed anche l’Aiki-jinja, o tempio dell’Aiki) O Sensei coniugò la vita a strettissimo contatto con la natura allo studio del Budo ed alla meditazione, alla preghiera ed alla purificazione. In particolare fu ad Iwama che Ueshiba concepì, studiò ed approfondì la pratica delle armi dell’Aikido (bukiwaza) ed il loro intimo rapporto e mutuo legame con la pratica a mani nude (taijutsu), concetto che in giapponese si riassume come ken-tai-jo-no-riai. Saito Sensei ebbe il merito, O Sensei ancora in vita e con la sua diretta approvazione, di organizzare e razionalizzare alcuni aspetti del variegato curriculum tecnico proposto dal Fondatore, tra cui alcune sequenze di suburi con le armi, le forme kumi ed alcuni kata, ed anche la nomenclatura giapponese delle tecniche (che spesso oggi viene considerata quella standard per la maggior parte degli stili); dopo la morte del Fondatore (1969) Saito Sensei si votò alla trasmissione inalterata del patrimonio tecnico lasciatogli in eredità dal Fondatore, anche grazie ad un metodo didattico e pedagogico che venne adottato nel dojo di Iwama in cui egli – Saito Sensei – era immediatamente subentrato a Ueshiba come dojo-cho e custode dell’Aiki-jinja. In quanto Iwama dojo-cho, alla pari del Doshu, Saito Sensei non era soggetto alla gerarchia dei gradi dan. Nel corso degli anni ’80 del Novecento, per la prima volta, divenne comune, ancora grazie a Saito Sensei, l’uso del termine Iwama-ryu per riferirsi al modo di pratica del dojo di Iwama, diretta continuazione della pratica come era stata impostata dal Fondatore stesso, per distinguere quella metodologia così rigorosa da quella di altri stili diffusi nel mondo. [Info sulla vita di Saito Morihiro: Wikipedia e Saitosensei.com]

L’Iwama-ryu, quindi, è una metodologia didattica e pedagogica atta a preservare l’Aikido quale veniva praticato dal Fondatore, Ueshiba Morihei, nel proprio dojo di Iwama, ed a mantenerne inalterato il patrimonio tecnico sia a mani nude che con le armi. Nel metodo viene riservata particolare attenzione alla pratica di base (kihon), allo studio delle armi (aikiken e aikijo) ed alla loro intima correlazione con le tecniche a mani nude (taijutsu), ovvero al riai. Morihiro Saito Shihan ne è stato il primo Soke, ovvero capo scuola.

Alla morte di Morihiro Saito Shihan (2002), gli succedette quale dojo-cho del dojo del Fondatore (oggi noto come Ibaraki dojo) nonché custode dell’Aiki-jinja, il figlio Saito Hitohira (allora Hitohiro, 1957), suo erede e continuatore tecnico della scuola. Egli mantenne in attività il dojo e proseguì a rilasciare i diplomi Iwama-ryu agli allievi interni (uchideshi) ed esterni (sotodeshi) del dojo di Iwama. Terminato il periodo che in Giappone viene riservato al lutto per un defunto, l’Aikikai reclamò la gestione dell’Ibaraki dojo (che sorge su una proprietà della famiglia Ueshiba) avanzando tre richieste a Hitohira Sensei: che restituisse il titolo ed il ruolo di dojo-cho dell’Ibaraki dojo all’Aikikai; che restituisse titolo e ruolo di custode dell’Aiki-jinja all’Aikikai; che smettesse di rilasciare i diplomi Iwama-ryu, rimanendo all’interno dell’Aikikai. Saito Hitohira accettò le prime due richieste e dichiarò di voler accondiscendere anche alla terza qualora l’Aikikai avesse ufficialmente dichiarato che a Iwama si insegnava l’Aikido del Fondatore, mentre all’Aikikai, appunto, venivano insegnate tecniche modificate e non veniva tramandato il corretto utilizzo delle armi. Non giungendo tale dichiarazione, nel novembre 2003 Saito Sensei abbandonò l’Aikikai e diede vita, a partire dal febbraio 2004, all’Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai (ISSASK), di cui egli è il Kai-cho (caposcuola). [Per informazioni su Saito Hitohira Sensei si veda: Wikipedia e Iwamashinshinaikido.com]

Numerosi allievi del padre, Saito Morihiro, (tra i quali Alessandro Tittarelli, Tristao Da Cunha, Stephanie Yap, Kajiwara Rije, Akimasa Watanabe, ecc.) aderirono alla nuova organizzazione internazionale, seguendo per continuità il nuovo Kai-cho. Altri, principalmente a seguito di Paolo Nicola Corallini Shihan e Ulf Evenass Shihan (gli unici due 7° dan occidentali rilasciati da Saito Morihiro), rimasero all’interno dell’Aikikai ma si organizzarono nelle varie Takemusu Aikido Association, con l’intento di preservare gli insegnamenti di Saito Morihiro [Dettagli su Wikipedia]. Questi ultimi vengono tutt’ora identificati come praticanti dell’Iwama-ryu Aikido. A quel punto Saito Hitohira Sensei iniziò a riferirsi al propio Aikido come al Dento Iwama-ryu, ovvero all’Aikido Tradizionale della Scuola di Iwama. Il termine “tradizionale” va inteso nell’accezione primigenia legata al concetto di traditio, la trasmissione diretta di un patrimonio – tecnico e spirituale, in questo caso – di generazione in generazione.

Il Dento Iwama-ryu Aikido, quindi, è Aikido Tradizionale in quanto prosecuzione e preservazione degli insegnamenti originali di O Sensei Ueshiba Morihei così come da lui stesso impartiti nel suo dojo di Iwama e trasmessi in forma diretta dal Fondatore a Saito Morihiro, Iwama-ryu Soke, e da questi a Saito Hitohira, suo figlio e Iwama-ryu nidai Soke.

Alessandro Tittarelli Shihan (1957-2018), 8° dan Dento Iwama-ryu Aikido, è stato uno tra gli allievi europei di Morihiro Saito Sensei (i cui insegnamenti seguiva sin dal 1984 e che incontrò personalmente per la prima volta nel 1985) a seguire sin da subito Saito Hitohira Juku-cho nella creazione e nel consolidamento dell’Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai. Ad Alessandro Tittarelli, aikidoka che univa notevolissime esperienza e capacità tecnica ad eccellenti doti di insegnamento, il tutto supportato da impareggiabili caratteristiche umane ed empatiche, si deve la nascita dell’Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai Italia e la cura di un numero vastissimo di allievi diretti ed indiretti in Italia – dove, grazie alla figura carismatica del Maestro, si è consolidato un gruppo di dojo assai coeso ed attivo benché ramificato in tutta la penisola, attualmente facente riferimento al Gruppo Dento Iwama-ryu dello CSEN – ed in Europa, Africa ed Americhe [Cenni biografici su Tittarelli Shihan: aikidodentoiwamaryu.com].

@EnricoNeami