Ueshiba-ha Daito-ryu Aiki-jujutsu, è un articolo pubblicato da Christopher Li in lingua inglese su Aikido Sangenkai – Pacific Rim International Power Study Groupwww.aikidosangenkai.org, Honolulu, Hawaii, ed è consultabile direttamente in originale all’indirizzo www.aikidosangenkai.org/blog/ueshiba-ha-daito-ryu-aiki-jujutsu; quella che segue è una traduzione in lingua italiana a cura di Enrico Neami.

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Nel 1922 Sokaku Takeda si trasferì nel comprensorio Omoto di Ayabe per vivere assieme a Morihei Ueshiba ed istruirlo in maniera intensiva per cinque mesi. Ueshiba lo aveva incontrato per la prima volta nel 1915 alla locanda Hisada di Engaru, Hokkaido, e si era allenato intensivamente sotto la sua guida per un certo numero di anni prima di spostarsi ad Ayabe. Il figlio di Sokaku Takeda, Tokimune, una volta commentò:

Si allenava in modo serio ed era molto appassionato.

Nel 1922, al termine del proprio soggiorno ad Ayabe, Sokaku Takeda conferì un diploma Kyoju Dairi (assistente istruttore) Daito-ryu Aiki-jujutsu a Morihei Ueshiba, rendendolo un insegnante ufficiale di quell’arte.

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Il Daito-ryu Aiki-jujutsu Kyoju-dairi di Morihei Ueshiba.

Il rapporto insegnante-allievo tra Sokaku Takeda e Morihei Ueshiba sarebbe durato per più di vent’anni.

Consentitemi di iniziare rimarcando categoricamente la preponderante influenza tecnica del Daito-ryu jujutsu nello sviluppo dell’Aikido. Quest’arte, che si dice derivi dalla tradizione pluricentenaria del clan Aizu, venne diffusa in molte aree del Giappone durante i periodi Meiji, Taisho e nella prima parte dello Showa, dal famoso marzialista Sokaku Takeda. Noto per la sua abilità marziale e, nella stessa misura, per il suo carattere parimenti difficile, Takeda ebbe modo più di una volta di applicare le proprie capacità in duelli all’ultimo sangue. Takeda aveva cinquantaquattro anni quando si incontrò per la prima volta con Morihei Ueshiba alla locanda Hisada di Engaru, Hokkaido, alla fine del febbraio 1915. Quest’incontro segnò l’inizio di un sodalizio lungo, burrascoso ma, alla fine, assai produttivo che perdurò per più di vent’anni.

Stanley Pranin, direttore di Aikido Journal – “Morihei Ueshiba e Sokaku Takeda“.

Ma cosa accadde dopo?

Kisshomaru Ueshiba e l’Aikido postbellico

Il 27 ottobre 1985, a Sendai, seguii una lezione del secondo Doshu Kisshomaru Ueshiba sulla storia dell’Aikido. Nell’occasione, Kisshomaru Sensei fece questa osservazione: “Il Fondatore aveva studiato il Daito-ryu solo per circa tre settimane”. Rimasi sbigottito quando la persona forse più esperta al mondo in materia di Aikido pronunciava un’affermazione così palesemente falsa!

Stanley Pranin, direttore di Aikido Journal – “Beware the big lie!“.

La foto di Morihei Ueshiba in apertura di quest’articolo venne scattata nel 1922 dopo il conferimento da parte di Sokaku Takeda del diploma Kyoju Dairi, evento che segna l’inizio della carriera di Ueshiba come istruttore di arti marziali e come insegnante di Daito-ryu Aiki-jujutsu sotto l’autorità di Sokaku Takeda.

Invece c’è una vulgata nel moderno mondo dell’Aikido – la cui diffusione viene incoraggiata dall’Aikikai – secondo la quale l’Aikido è una creazione originale del solo Morihei Ueshiba. Tale vulgata postula che l’Aikido sia qualcosa che il Fondatore creò dopo aver studiato svariate arti marziali, in un momento di cambio radicale dalla pratica prebellica e di accesso ad una dimensione spirituale nuova ed originale.

Ma è davvero così?

Per iniziare, tale vulgata è complicata dal racconto di Kisshomaru Ueshiba sulla rivelazione spirituale chiave, quella del “grande spiritio della reciproca amorevole protezione”  (万有愛護の大精神), avvenuta nel 1925. Piuttosto che accadere dopo la guerra, ciò avvenne verso gli albori della carriera di Ueshiba quale istruttore di Daito-ryu.

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Kisshomaru Ueshiba con il padre Morihei nel 1925 ad Ayabe, al Ueshiba Juku.

Risalendo da lì allo stesso Daito-ryu, riscontriamo che le radici della filosofia di Morihei Ueshiba erano… già in essere.

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Masao Hayashima, allievo diretto di Sokaku Takeda: “L’Aiki-jutsu è noto come il Budo dell’Armonia”.

In aggiunta a Masao Hayashima (sopra) c’è il contemporaneo di Ueshiba, e compagno di studi presso Sokaku Takeda, Yukiyoshi Sagawa: “l’Aiki Budo è la Via per la Crescita dell’Uomo“.

C’è poi il figlio di Sokaku Takeda, Tokimune Takeda, che commenta gli insegnamenti del padre:

I principi essenziali del Daito-ryu sono Amore ed Armonia.

Il fine della diffusione del Daito-ryu è “Armonia e Amore”; mantenendo questo spirito si preserva e realizza la giustizia sociale. Questo fu l’ultimo desiderio di Sokaku Sensei.

Ma questi principi possono essere ritrovati nell’intera tradizione marziale giapponese, lungi dall’essere unica espressione di Morihei Ueshiba o del Daito-ryu.

  • 「武ハ弋止ノ義何ゾ好テ以テ殺戮センヤ」”Bu è l’abbandono della violenza. Non si deve provare piacere nel massacro”; Katayama-ryu Densho – 1647
  • 「我モ勝ズ人モ勝ズ相得テ共ニ治ル」”Uno ed un altro che non possa vincere, sono entrambi impossibilitati a giungere alla vittoria, così entrambi ritornano ad uno stato di pace”; Katayama-ryu Densho – 1647
  • 「兵法は平法なり」”I metodi della guerra sono metodi di pace”, Iizasa Ienao del Tenshin Shoden Katori Shinto-ryu – 1387-1488

Questi temi sono stati affrontati dal professor Karl Friday, storico del Giappone e studioso della tradizione marziale giapponese (che ha ricevuto la trasmissione completa nel Kashima Shin-ryu) in questo estratto di un’intervista del 2009:

Il senso comune lega lo sviluppo delle arti marziali giapponesi (ryūha bugei) alla storia della guerra. Tale assunto parte dal presupposto che i sistemi e le scuole di arti marziali si svilupparono inizialmente quali strumenti per aumentare le abilità dei combattenti, in risposta all’aumentata domanda di uomini d’arme specializzati dovuta agli assetti dell’epoca Sengoku. I guerrieri che speravano di sopravvivere e prosperare sui campi di battaglia medievali, iniziarono a richiedere formazione da veterani talentuosi che, a loro volta, iniziarono a codificare le loro conoscenze ed a strutturare il loro studio. Quindi le bugei ryūha nacquero più o meno direttamente dalle esigenze della guerra medievale. La teoria prosegue asserendo che i due secoli e mezzo della Pax Tokugawa, iniziata nel 1600, apportò dei radicali cambiamenti alla pratica delle arti marziali. L’insegnamento divenne professionalizzato e, in alcuni casi, commercializzato; i tempi di addestramento si allungarono, i programmi  tecnici vennero formalizzati; e nacquero elaborati sistemi di graduazione degli allievi. Fatto ancor più rilevante, poi, gli scopi ed i motivi che soggiacevano alla pratica bugei mutarono. I Samurai, che non si aspettavano più di trascorrere il loro tempo sui campi di battaglia, cercarono e trovarono una nuova motivazione logica per studiare le arti marziali, avvicinandosi ad esse non solo per un fine di efficacia nel combattimento, come avevano fatto i loro antenati, ma per uno scopo di elevazione spirituale dell’Io.

Questa è fondamentalmente la storia che ho sintetizzato nel mio libro “Legacies of the Sword”. Essa prende le mosse dall’assunto logico che le ryūha bugei ebbero origine come strumenti per l’addestramento militare ordinario e si evolvettero nel budō, un mezzo di più ampio sviluppo dell’io e di auto realizzazione. Ma ci sono dei problemi con quest’immagine che diventano chiari se la si giustappone alle recenti ricerche sulla guerra medievale.

È chiaro, innanzitutto, che le ryūha bugei non possono aver contato per più che una piccola porzione dell’addestramento militare del sedicesimo secolo. C’erano al massimo poche dozzine di ryūha nel 16° secolo ma le armate dell’epoca mobilitavano regolarmente decine di migliaia di uomini. Ammettendo che persino una frazione del numero complessivo dei guerrieri dell’epoca Sengoku avessero appreso le loro conoscenze da una o più ryūha, ciascuna delle ryūha del periodo avrebbe dovuto aver addestrato almeno svariate centinaia di allievi all’anno. Le ryūha bugei, quindi, devono aver avuto un’attività specializzata, seguita solamente da una piccola percentuale dei guerrieri Sengoku.

Tema ancor più vasto, inoltre, è quello dell’effettiva applicabilità delle capacità che i bugeisha tardomedievali si concentrarono a sviluppare per la guerra del sedicesimo secolo. Un esempio: strategia e tattica si stavano evolvendo dal 15° secolo in poi – esattamente il periodo in cui le bugei ryūha iniziarono a comparire sulla scena – da un’impostazione basata sul singolo guerriero o sulle tattiche di piccoli gruppi, alle manovre tattiche di unità disciplinate molto più numerose. E questo significa che le ryūha bugei, che si concentravano sullo sviluppo dell’abilità nel combattimento del singolo, emersero e fiorirono quasi in maniera inversamente proporzionale all’esigenza di singoli guerrieri specializzati sui campi di battaglia.

Tutti gli studi recenti sulla guerra tardomedievale, inoltre, sottolineano come le spade non furono mai l’armamento principale in Giappone e che esse furono, semmai, delle armi supplementari, in maniera analoga alle pistole portate dai soldati contemporanei. Anche se le spade erano portate in battaglia, esse erano utilizzate molto più spesso nei combattimenti di strada, nelle rapine, negli assassinii ed in altri disordini civili, fuori dai campi di battaglia.

D’altro canto, quasi tutte le ryūha che si rifanno al periodo Sengoku, o a periodi precedenti, dichiarano che la scherma giocava un ruolo centrale nel loro addestramento, sin dall’inizio. Tsukahara Bokuden, Kamiizumi Ise-no-kami, Iizasa Chōisai, Itō Ittōsai, Yagyū Muneyoshi, Miyamoto Musashi e altri fondatori di scuole d’arti marziali erano – e sono – tutti ben noti per la loro abilità di schermidori.

Inizialmente mi sono stupito che il ruolo della scherma nelle arti marziali medievali rappresentasse una sorta di prova principalmente contraria alle conoscenze accreditate sulla guerra del tardo medioevo. Dopotutto, se le bugei ryūha emersero come sistemi per addestrare i guerrieri alla battaglia, e fecero del loro cardine la scherma, ciò non suggerisce forse che le spade fossero molto più importanti nei conflitti medievali di quanto gli studi moderni ci lascino credere?

Dopo aver combattuto con questi dubbi per un bel po’, mi sono alla fine convinto che il problema sta nella premessa iniziale a questo ragionamento. Tutte le domande che mi assillavano (perché le bugei ryūha emersero in un tempo in cui le capacità di comando stavano sorpassando in importanza le abilità di combattimento individuale quali elementi decisivi in battaglia e come chiave per una brillante carriera militare? Perché esistevano così poche ryūha nel periodo Sengoku e perché invece ne proliferarono rapidamente così tante nel corso dell’era Tokugawa, quando il tempo delle grandi battaglie era già passato? E perché la scherma era così prominente sino dalle più antiche bugei ryūha?) ebbero ben più facile risposta togliendo di torno la premessa secondo cui le bugei ryūha ebbero origine come strumenti di insegnamento delle tecniche per sopravvivere nei campi di battaglia. Ed è palesemente vero che ci sono così poche basi per tale ammuffito assunto, al di là del fatto le guerre erano endemiche in Giappone quando apparve la prima scuola di arti marziali. Il senso comune, cioè, si basa su un errore da post hoc ergo prompter hoc.

Sembra, quindi, che le ryūha bugei e gli strumenti pedagogici loro associati puntassero sin dall’inizio al raggiungimento di ideali più astratti di crescita ed illuminazione. Cioè le ryūha bugei rappresentavano un’astrazione della scienza militare e non una mera applicazione della stessa. Esse favorirono i tratti di carattere e l’acume tattico che rendeva chi le praticava un guerriero migliore, ma i loro obiettivi ed ideali erano più simili a quelli dell’educazione liberale che non della vocazione all’allenamento. In altre parole, i bugeisha, anche nel periodo Sengoku, avevano molto di più in comune con gli atleti di tiro olimpionico – allenamento con armi specializzate per sviluppare livelli esoterici di abilità in condizioni ben definite – che con i fucilieri dei Marines. Essi avevano inoltre molto – forse di più – in comune con i praticanti dell’era Tokugawa o delle moderne arti marziali che non con i combattenti ordinari dei loro stessi giorni.

Sostanzialmente sto asserendo che non ci fu un sostanziale mutamento di scopi educativi tra le arti marziali del tardo 16° e quelle della metà del 17° secolo. Il budō  dell’era Tokugawa non rappresenta una metamorfosi dell’arte marziale tardo medievale, ma la sua propria maturazione. Le stesse ryūha bugei costituirono un fenomeno nuovo, una derivazione – non uno sviluppo lineare – del precedente e più prosaico addestramento militare.

(Per approfondimenti, leggere il mio articolo “Off the Warpath”, in Budo Perspectives di Alex Bennett [Auckland, New Zealand: Kendo World Publications, 2005], 249-68.)

Lungi dall’essere nuovo ed originale, o unico in Morihei Ueshiba e nell’Aikido moderno, notiamo che il concetto di una tradizione marziale per lo sviluppo spirituale e personale è molto antico ed è presente in molte arti.

Tutto ciò ha importanza?

Certamente Morihei Ueshiba era una persona spirituale e credeva di aver praticato ed insegnato un’arte che consentiva una crescita personale ed uno sviluppo spirituale.

Il fatto che i concetti da lui espressi non fossero né unici né originali non toglie nulla al suo messaggio.

È  mia opinione che sia il tempo di abbandonare la supponenza della straordinarietà spirituale e dell’unicità che spesso esiste nell’Aikido moderno, che a lungo andare è solamente distruttiva per l’arte nel suo insieme.

Morihei Ueshiba e il Daito-ryu

Quindi che dire del coinvolgimento di Morihei Ueshiba nel Daito-ryu e con Sokaku Takeda?

Si legge nella descrizione di base del sito internet dell’Aikikai:

L’Aikido è un’arte marziale moderna creata dal Fondatore, Morihei Ueshiba.

Una descrizione più dettagliata contiene la stessa vulgata:

L’Aikido è un’arte marziale giapponese creata negli anni ’20 del Novecento da Morihei Ueshiba (1883-1969), un esperto che raggiunse i più alti livelli di maestria nelle arti marziali giapponesi classiche.

Non vi si trova menzione di Sokaku Takeda o del Daito-ryu, ma Takeda viene menzionato una volta (e solamente quella) nella cronologia biografica di Morihei Ueshiba:

Il Fondatore incontra il sig. Sokaku Takeda, il creatore del Daito-ryu Jujutsu, all’Hisada Ryokan (locanda) di Engaru, e chiede di essere istruito.

E ciò è quanto…

Similmente nei libri di Kisshomaru Ueshiba “Lo Spirito dell’Aikido” e “L’Arte dell’Aikido” non vi è di fatto menzione del Daito-ryu. Nessuno dei due volumi è un lavoro di ricerca storica, ma in entrambi non si trova alcun reale riferimento all’unica arte che Morihei Ueshiba sia mai stato autorizzato ad insegnare, l’unica arte (a parte la sua stessa) per la quale egli rilasciò diplomi e certificati.

In un lavoro più recente, “Best Aikido“, scritto da Kisshomaru Ueshiba e Moriteru Ueshiba, c’è una breve menzione del Daito-ryu quale una delle molte arti marziali studiate da Morihei Ueshiba, ma non si specifica sul relativo livello di approfondimento nello studio di queste arti. Il paragrafo omette completamente di specificare che, con l’eccezione del Daito-ryu, tutte quelle arti furono studiate per periodi di tempo veramente brevi.

AW: Viene riportato che O Sensei studiò molte altre koryu, oltre al Daito-ryu.

SP: Devo dire che ciò non corrisponde al vero.

Vediamo la cosa dal punto di vista storico: egli si spostò a Tokyo nel 1901 e vi rimase per circa un anno. Nel suo periodo di soggiorno a Tokyo, mentre apprendeva il mestiere del mercante, praticò un po’ di Tenjin Shinyo-ryu jujutsu. Era probabilmente un “machi” dojo, un piccolo dojo nell’area Asakusa di Tokyo. Vi si doveva recare di notte, e ciò probabilmente per tre o quattro mesi al massimo, prima di ammalarsi seriamente di beri beri e di essere costretto ad abbandonare Tokyo e rientrare a Tanabe. Si allenò quindi in un periodo in cui doveva lavorare molto sodo di giorno e il tutto durò per pochi mesi al massimo. Sembra difficile credere che ciò possa aver avuto un’influenza tecnica forte.

Allo stesso modo quando era nell’esercito iniziò anche a studiare Yagyu-ryu jujutsu. Ci si domanda quale fosse il nome esatto di quell’arte all’epoca; O Sensei vi faceva riferimento come Yagyu-ryu jujutsu mentre il Doshu [Kisshomaru Ueshiba] fece alcune ricerche e disse che si trattava di Goto-ha Yagyu Shingan-ryu, o qualcosa di simile.

All’epoca era nell’esercito e venne anche mandato in Manciuria per parte di quel periodo. Mi pare difficile immaginarlo frequentare regolarmente mentre era alle armi, e non so se l’allenamento fosse nei fine settimana o con quale frequenza. Sembra fosse entusiasta di quel periodo di allenamento ma non c’erano proprio le condizioni per consentire uno studio approfondito.

Aveva proseguito, comunque, a studiare un po’ di Yagyu-ryu dopo aver abbandonato l’esercito, ma risiedeva a Tanabe che è ad un paio di centinaia di miglia di distanza, e doveva spostarsi con il traghetto! Si sarà spostato lì per addestrarsi tre, quattro o una mezza dozzina di volte, ma non era nulla di simile ad uno studio dedicato ed intensivo.

In realtà aveva un makimono (rotolo) ma, in ogni caso, non vi è alcun sigillo. Si può speculare su cosa ciò significhi. A volte capita che a una persona venga detto di preparare un makimono, o che qualcuno glielo prepari, e per svariate ragioni o circostanze, il maestro non passi da quelle parti per siglarlo. In ogni caso il rotolo non può essere considerato ufficiale.

Quindi può sembrare che egli studiò questo stile Yagyu-ryu più che non il Tenjin Shinyo-ryu jujutsu, ma ben che vada fu per uno o due anni.

L’altra arte che studiò, ma ancora una volta non molto approfonditamente, sarebbe stata lo judo. La prima descrizione dell’insegnante che venne mandato dal Kodokan a Tanabe su richiesta del padre di Morihei per insegnare a Morihei ed a vari parenti da’ l’impressione che fosse tutto fuorché un esperto. Viene fuori che aveva 17 anni. Ebbi modo di incontrare sua moglie negli anni ’80 [del Novecento] che me lo disse direttamente. Poteva avere un grado shodan al massimo. Inoltre, O Sensei era molto occupato con altri pensieri in questa fase di transizione della propria vita, quando tentava di comprendere che cosa sarebbe riuscito a combinare nella propria vita lavorativa. Secondo il Doshu, uno dei motivi per cui questa persona venne invitata ad insegnare era appunto aiutarlo a focalizzare e canalizzare le proprie energie. Ma O Sensei finì col trasferirsi nell’Hokkaido.

Quindi abbiamo un breve lasso di tempo nel Tenjin Shinyo Ryu, un po’ di allenamento nel Yagyu Ryu jujutsu mentre era militare, un’infarinatura di judo e, quindi, il Daito-ryu. Questo è quanto. L’idea che egli avesse studiato molte altre differenti arti, oltre al Daito-ryu, raggiungendovi la maestria, è completamente falsa.

Aikiweb, Intervista a Stanley Pranin, 2000.

Ritorniamo allora alla fotografia del 1922 che abbiamo visto in apertura all’articolo. In quell’immagine Morihei Ueshiba è chiaramente seduto dinnanzi ad un rotolo che recita “Daito-ryu Aiki-jujutsu“.

Sfortunatamente l’Aikikai ha rimaneggiato la foto parecchie volte ed in varie pubblicazioni, molto probabilmente per supportare la tesi della vulgata promossa e diffusa dopo la guerra.

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Aikido Shimbun, numero 2, maggio 1959. Scansione originale di Stanley Pranin.

Il secondo numero del bollettino dell’Aikikai FoundationAikido Shimbun” (riportato sopra) presentava una copia della fotografia del 1922 ad Ayabe con il rotolo “Daito-ryu Aiki-jujutsu” accuratamente rimosso. Inoltre non vi è menzione, in assoluto, al Daito-ryu o al contesto della foto nel testo di accompagnamento.

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“Aikido Nymon,” di Kisshomaru Ueshiba – 1975. Scansione originale di Stanley Pranin.

In questa pubblicazione successiva, da un libro pubblicato dal Ni-Dai Doshu Kisshomaru Ueshiba nel 1975, i caratteri per “Daito-ryu” sono stati rimossi, lasciando solamente le parole “Aiki-jujutsu“.

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“Aikido Shintei” di Kisshomaru Ueshiba – 1986.

In questa foto, tratta dalla pubblicazione “Aikido Shintei” del 1986, i caratteri per “Daito-ryu” sono stati pure rimossi, ma in maniera molto maldestra, lasciando intatta parte del carattere “ryu“.

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Invito ad un allenamento estivo con Morihei Ueshiba, Daito-ryu Aiki-jujutsu e Aiki-budo, 1931

Morihei Ueshiba e la continuità col Daito-ryu

Nel 1933 Ueshiba Morihei pubblicò un manuale tecnico di istruzioni Daito-ryu, Aikijujutsu Densho, che era timbrato “Aikijujutsu” e che veniva distribuito agli allievi che ricevevano i diplomi del Daito-ryu come una sorta di documento di trasmissione. Più avanti egli fece stampare lo stesso manuale, con le stesse tecniche e spiegazioni (purgato dal linguaggio imperialista prebellico) nel 1954 come Aikido Maki-no-ichi. Morihei Ueshiba utilizzò questo manuale come testo di riferimento quando insegnava negli anni ’50.

Quindi nel 1938 Morihei Ueshiba pubblicò il manuale tecnico “Budo“. Questo libro, riscoperto dal direttore di Aikido Journal Stanley Pranin, contiene la descrizione di tecniche che Morihiro Saito asserì essere identiche alle tecniche insegnate da Morihei Ueshiba nella casa di Morihei a Iwama, dove egli risiedette dal 1942 fino al momento della sua morte.

Un giorno di luglio del 1981, stavo facendo un’intervista a Zenzaburo Akazawa, un uchi deshi di Morihei Ueshiba di prima della guerra, del periodo del Kobukan Dojo. Il sig. Akazawa mi mostrò il manuale tecnico pubblicato nel 1938 col titolo di Budo, libro che io non avevo mai visto prima. Conteneva fotografie di circa una cinquantina di tecniche dimostrate dal Fondatore in persona. Mentre giravo lentamente le pagine del manuale, ero stupefatto di vedere nelle foto che l’esecuzione di molte tecniche di base come ikkyo, iriminage e shihonage erano sostanzialmente identiche a quelle che io avevo appreso a Iwama sotto gli insegnamenti di Saito Sensei. Qui era il Fondatore medesimo che dimostrava ciò che fino ad allora io avevo considerato niente più che l’Iwama-style. Il sig. Akazawa, che vive a soli pochi isolati dal dojo di Iwama, gentilmente mi imprestò il libro ed io corsi a mostrarlo a Saito Sensei.

Ricorderò sempre la scena di quando bussai alla porta di Sensei per condividere con lui la mia nuova scoperta. Con mia grande sorpresa non aveva mai visto o sentito nominare prima quel libro. Inforcò i suoi occhiali da lettura e si mise a sfogliare il volume, scrutando intensamente le sequenze tecniche. Mi sentivo di continuo portato a scusarmi con lui per aver dubitato che egli stesse facendo ogni sforzo possibile per preservare fedelmente le tecniche del Fondatore. Saito  Sensei rise forte e, ovviamente con gran piacere, esclamò: “vedi Pranin, te l’avevo detto!”. Da quel momento in poi, fino alla fine dei suoi giorni, Saito Sensei ebbe sempre con sé una copia di Budo, sia nell’Iwama Dojo che nei suoi viaggi all’estero, per utilizzarlo come prova che una determinata tecnica traeva origine dagli insegnamenti di O Sensei.

Stanley Pranin, direttore di Aikido Journal – “Remebering Saito Sensei“.

Andando avanti al 1940, Takuma Hisa – una delle uniche persone ad aver ricevuto il Menkyo Kaiden (“certificato della trasmissione completa”, a dimostrazione che si deteneva la maestria nella totalità di un sistema marziale) nel Daito-ryu Aiki-jujutsu direttamente da Sokaku Takeda – pubblicò “Kannagara no Budo, Daito-ryu Aiki Budo Hiden“. Questo manuale di Daito-ryu Aiki-jujutsu è quasi l’esatta copia, sia nelle spiegazioni tecniche che nelle tecniche illustrate, del manuale “Aikijujutsu Densho”, pubblicato da Morihei Ueshiba nel 1933… il manuale che veniva poi utilizzato come libro di testo per gli allievi postbellici negli anni ’50 come “Aikido Maki-no-Ichi”.

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Sokaku Takeda all’Asahi Shimbun Dojo di Osaka nel 1936.

Takuma Hisa è anche molto importante in quanto fu una delle poche persone che ebbe l’opportunità di paragonare direttamente ed approfonditamente Sokaku Takeda e Morihei Ueshiba per un periodo di tempo prolungato:

L’insegnamento di Takeda diede l’opportunità a Hisa per paragonare le tecniche che gli erano state insegnate nei tre anni precedenti (1933-1936) da Ueshiba con quelle insegnate da Takeda. La sua conclusione fu che esse erano esattamente le stesse, a significare che Ueshiba non aveva a quel tempo significativamente modificato o sviluppato ciò che gli era stato insegnato da Takeda. Negli ultimi anni, Hisa era estremamente chiaro sull’identicità tra le tecniche di Ueshiba e quelle di Takeda. Lo dichiarò molto chiaramente ad una tavola rotonda: “Quando Tomiki venne ad Osaka per insegnare l’aiki-bujutsu alla gente di Asahi, le tecniche che insegnavano Ueshiba e Takeda erano le stesse. Assolutamente le stesse. Il maestro Ueshiba avrebbe dovuto dire che gli erano state insegnate dal maestro Takeda. Avrebbe dovuto dire che si trattava di Daitoryu. Ma non lo disse mai. Il signor Tomiki (che anche aveva viaggiato da Tokyo a Osaka per insegnare il metodo di Ueshiba all’Asahi dojo) lo sa, non è vero? Ma Ueshiba non lo disse mai”. E Tomiki rispose: “Assolutamente no. ‘Io [Ueshiba] ho creato ogni cosa … [ridendo misteriosamente]’. In ogni caso i vecchi marzialisti facevano spesso in questo modo”. [Shishida, 1982, p.1]

“The Process of Forming Aikido and Japanese Imperial Navy Admiral Isamu Takeshita: Through the analysis of Takeshita’s diary from 1925 to 1931”
 – Fumiaki Shishida (Waseda University, Tokyo, Japan)

Sia Sokaku Takeda che Morihei Ueshiba tenevano un registro dei loro allievi. Quando si diventava allievo il proprio nome veniva registrato nel libro e l’allievo doveva apporre la propria sigla. Il sig. Kimura parla un po’ del registro, che aveva siglato nel 1942, in “Mr. Kimura’s Aikido Memories, Part 1“.

Mamoru Okada pure ricorda la sigla di quel registro, in questo caso egli firmò nel 1949, dopo la guerra.

Hiroshi Isoyama testimonia anche di aver firmato quel registro, ancora nel 1949, dopo la guerra. Inoltre la sua testimonianza conferma che il registro era intitolato “Daito-ryu Aiki-jujutsu“.

Ed il titolo del mio foglio di iscrizione è “Registro del Daito-ryu Aiki-jujutsu”. Questo è ciò che ho firmato. All’inizio del registro degli allievi ci sono anche i nomi di persone come l’ammiraglio Takeshita Isamu.

Interview with Isoyama Hiroshi Shihan, the master of the Iwama Dojo

Cioè, Morihei Ueshiba registrava i principianti come allievi del Daito-ryu Aiki-jujutsu se non altro sino al 1949.

Seguono alcune immagini di un rotolo Hiden Mokuroku (grazie a Scott Burke per le foto), ovvero il “catalogo di insegnamenti segreti” che compone il primo rotolo del programma Daito-ryu. Questo rotolo venne rilasciato da Morihei (allora usava il nome di Moritaka) Ueshiba nel 1925:

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“Aiki-jujutsu Hiden Mokuroku”, 1925.

Il sigillo dell’Aiki-jujutsu nell’angolo in alto a destra è simile (anche se leggermente differente nella forma) al sigillo che appare nel manuale tecnico Aikijujutsu Densho o Budo Renshu scritto da Morihei Ueshiba nel 1933.

Segue un’altra sezione dello stesso rotolo del 1925:

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Le tecniche Aiki-jujutsu con l’ombrello, 1925.

Questa sezione del rotolo copre le tecniche con l’ombrello di carta ed è anche marcata “Aiki-jujutsu“.

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Hiden Mokuroku – 118 tecniche.

Una parte successiva del rotolo: sulla sinistra si specifica che questo rotolo contiene 118 tecniche. Le 118 tecniche di base del primo rotolo del Daito-ryu Aiki-jujutsu.

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La firma sul rotolo.

Qui sopra la firma sul rotolo del 1925, sottoscritto dallo studente di Sokaku Takeda Masayoshi Minamoto (武田惣角源正義), Moritaka Ueshiba Seigan Minamoto (源晴眼).

Chiaramente si tratta di un rotolo Daito-ryu, altrettanto chiaramente rilasciato sotto l’autorità del suo maestro, Sokaku Takeda. La stessa cosa nel caso di quest’altro rotolo, sempre rilasciato sotto l’autorità di Sokaku Takeda:

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Hiden Mokuroku rilasciato a Monoru Mochizuki nel 1932. “Ueshiba Moritaka, allievo di Takeda Sokaku.

E qui segue ancora un altro rotolo:

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Aikido Hiden Mokuroku.

La qualità dell’immagine non è buona ma si possono notare alcune cose interessanti:

  1. Il rotolo recita ora “Aikido” invece che “Aiki-jujutsu“;
  2. La struttura del rotolo è identica a quella dei rotoli Daito-ryu;
  3. Il titolo del rotolo è “Hiden Mokuroku“, lo stesso dei rotoli Daito-ryu.
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Dettaglio dell’Aikido Hiden Mokuroku.

Sopra vi è una porzione del rotolo, ingrandita. Come nel rotolo Daito-ryu, anche qui vi è una sezione di tecniche con l’ombrello. Questo contiene anche una sezione di tecniche con il bo (bastone lungo).

Sul lato sinistro si specifica che il rotolo contiene 118 tecniche, la stessa cosa come nel rotolo Daito-ryu del 1925.

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La firma sull’Aikido Hiden Mokuroku.

Qui sopra è la sezione delle firme del rotolo. Il nome di Sokaku Takeda non appare più nel rotolo, al suo posto esso è firmato da Aikido Doshu Tsunemori Ueshiba (un nome che Morihei Ueshiba spesso adoperò dopo la guerra).

La data di rilascio del rotolo recita: Marzo, anno 35 Showa. Il 1960.

Quindi, ecco di seguito i fatti a nostra disposizione:

  • 1922 – Morihei Ueshiba si diploma istruttore di Daito-ryu ed ha alle spalle una piccola esperienza in altre arti marziali;
  • 1922-1936 – Vi sono le prove che Morihei Ueshiba insegni Daito-ryu sotto l’autorità di Sokaku Takeda;
  • 1933 – Morihei scrive Aikijujutsu Densho, un manuale tecnico di Daito-ryu;
  • 1936 – Takuma Hisa paragona quello che pratica Morihei Ueshiba a quello che insegna Sokaku Takeda e riscontra come entrambi insegnino il Daito-ryu. Sokaku Takeda subentra alla guida dell’Asahi Shimbun dojo e Morihei Ueshiba se ne va di sua spontanea volontà.
  • 1940 – Takuma Hisa pubblica l’Aikijujutsu Densho di Morihei Ueshiba come manuale di Daito-ryu;
  • 1949 – Morihei continua a registrare gli allievi come seguaci del Daito-ryu Aiki-jujutsu ben dopo la fine della guerra;
  • 1954 – Morihei Ueshiba pubblica Aikido Maki-no-Ichi, il quale riporta le medesime spiegazioni ed illustrazioni tecniche di Aikijujutsu Densho. Egli insegna su questo manuale agli allievi della generazione postbellica.
  • 1957 – Morihei Ueshiba racconta a Lee Price, per il suo programma televisivo americano Randezvous with Adventure, che ci sono 2.664 tecniche di Aikido (potrebbe trattarsi di un errore di traduzione sull’usuale numero di 2.884 tecniche citate dal Takumakai) invece del numero di tecniche di gran lunga inferiore dell’Aikikai postbellico. Ueshiba dichiara che l’arte venne fondata da Minamoto Yoshimitsu nel 1120 e che è stata tramandata sino ad allora dalla famiglia Takeda; egli ne viene presentato come l’erede e non come il fondatore. Quando gli viene chiesto quando ebbe origine l’Aikido, Morihei Ueshiba risponde “circa cinquant’anni fa”. Va tenuto presente che si è nel 1957; cinquant’anni prima era circa il periodo in cui egli aveva incontrato Sokaku Takeda, ben prima della guerra;
  • Morihei Ueshiba insegna le stesse tecniche a Iwama dopo la guerra, negli anni ’50 e ’60, così come erano state presentate nel manuale tecnico Budo del 1938;
  • Morihei Ueshiba rilascia diplomi Daito-ryu, con il nome mutato in Aikido ma con tutti gli altri particolari rimasti immutati, al più tardi nel 1960, ed in realtà anche molto dopo, in rotoli che sono conservati privatamente.

Sono certo che capite dove voglio andare a parare:

  1. Prima della guerra Morihei Ueshiba era un istruttore di Daito-ryu sotto la guida di Sokaku Takeda, aveva insegnato Daito-ryu per molti anni ed aveva rilasciato diplomi Daito-ryu.
  2. Ciò che Morihei Ueshiba insegnava e distribuiva dopo la guerra negli anni ’50 e ’60 era sostanzialmente lo stesso materiale che insegnava e distribuiva prima della guerra: Daito-ryu, come riportato dai diplomi e dal titolo del registro degli allievi.
  3. Non è avvenuto alcuno mutamento di fase, né l’invenzione ex novo di una differente tecnologia marziale.
  4. C’è stata una continuità di base nella linea del suo allenamento ed insegnamento come allievo ed insegnante di Daito-ryu dal 1922 sino alla sua morte nel 1969.

Così dichiara Masatake Fujita, che trascorse quasi ogni giorno assieme a Morihei Ueshiba nei suoi ultimi due anni di vita:

Domanda: Dal punto di vista tecnico, notò mai dei cambiamenti nel Fondatore mentre lo seguiva?

Risposta: No, non c’era stato davvero alcun cambiamento. Penso sia addirittura vero rispetto a prima della guerra, perché se guardate il video del dodicesimo anno Showa (1937), l’anno in cui sono nato, vi accorgete che è vero (Nota del traduttore dal giapponese: si tratta in realtà della dimostrazione dell’Asahi News del 1935). In ogni caso ci sono alcune tecniche di quel periodo che sono andate perse. Io insegno quel tipo di tecniche anche oggi ma è ovviamente molto difficile farlo.

Interview with Aikido Shihan Masatake Fujita, Part 2

No, non c’era stato davvero alcun cambiamento.

In altre parole, l’eredità di Morihei Ueshiba era, in realtà, ciò che si potrebbe definire come Ueshiba-ha Daito-ryu Aiki-jujutsu, cioè il ramo di Morihei Ueshiba del tronco dell’arte di Sokaku Takeda.

Per approfondire cosa accadde alle divergenti eredità di Morihei Ueshiba e di suo figlio Kisshomaru, si può vedere l’articolo di Mark Murray “The Ueshiba Legacy” – Part 1 and Part 2“. Potrebbe anche essere interessante consultare l’articolo del direttore di Aikido Journal Stanley PraninIs O-Sensei Really the Father of Modern Aikido?“,

Christopher Li – Honolulu.

@EnricoNeami