Il lungo lockdown causato dalla pandemia Covid-19, che ha di fatto comportato la sospensione delle attività sportive dilettantistiche a contatto dall’inizio di marzo 2020 quasi sino ad oggi, ha scatenato una crisi senza precedenti anche nell’intero ecosistema delle arti marziali italiane e, nello specifico, dell’Aikido Tradizionale della Scuola di Iwama che, in Italia, è rappresentato dal Gruppo Dentō Iwama Ryu dello CSEN.
Videoannuncio dei primi giorni di marzo 2020
L’associazione sportiva dilettantistica Iwama Budo Kai, presente a Trieste dal gennaio 2005 per sviluppare e diffondere l’Aikido di Iwama, è rimasta ovviamente coinvolta nel blocco forzato che ha stravolto tutte le prospettive di un sistema di gestione rodato e consolidato dalla consuetudine e che ha sconvolto priorità, progetti ed assetti come una grande onda di litografica memoria.

Riprendere oggi, passata l’eccezionalità della quarantena totale ma non estinta affatto l’emergenza pandemica, con i placidi ritmi di sei mesi fa è semplicemente impensabile: viviamo tutti – e non solamente sul tatami dei nostri dojo – in un mondo diverso e lontano da quello di prima, i cui nuovi modi e tempi si declinano al ritmo di linee guida, distanziamenti, mascherine e protocolli sanitari. La crisi, in quanto tale, ha portato difficoltà diverse ed ostacoli imprevisti che, spesso, hanno rischiato di soffocare la vitalità dell’associazione e di anestetizzare l’energia vitale e dinamica dei praticanti.
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Albert einstein
Pochi giorni prima della sospensione di ogni attività, l’Iwama Budo Kai – grazie allo sforzo di alcuni soci benemeriti – aveva provveduto al rinnovo del tatami in uso presso l’Aiki Shuren Dojo Trieste, ospite della palestra ‘piccola’ dell’Istituto Comprensivo Divisione Julia di viale XX Settembre 26, in pieno centro città. Questa soluzione – quella cioè di usufruire di una struttura scolastica al di fuori dell’orario d’impiego istituzionale per tramite dell’associazione polisportiva dilettantistica Tergestina, a suo tempo costituita proprio per convenzionarsi con il Comune di Trieste e gestire a costi contenuti e popolari le palestre delle scuole della città – era sembrata l’opzione migliore per garantire ai soci dell’Iwama Budo Kai una pratica trisettimanale a fronte di una delle quote di frequenza più popolari ed accessibili del capoluogo. Nessuno di noi – qui intendendo il sottoscritto presidente del sodalizio assieme ai membri del Consiglio Direttivo – aveva pensato di mettere in dubbio la validità di questo paradigma gestionale. Sino al Covid-19.
Il ‘sistema Tergestina’ era già in crisi profonda per delle inconfutabili difficoltà di dialogo con le istituzioni locali sin dalla cessazione della Provincia di Trieste e conseguente nascita dell’UTI Giuliana recentemente evolutasi nell’Ente di Decentramento Regionale EDR-Trieste, tanto che la mancata proroga della scaduta convenzione tra Enti proprietari delle palestre (Comune di Trieste e ex-UTI ora EDR) aveva creato nel corso del 2019 un importante impasse amministrativo e funzionale che aveva anche generato un vivace dibattito pubblico (nel quale avevo avuto modo di intervenire personalmente – leggi qui).
A fine agosto 2020, una comunicazione da parte del presidente della Tergestina Daniele Bassi informava tutte le associazioni aderenti del fatto che la convenzione con gli Enti proprietari, già in regime di prorogatio, era venuta a scadere e non era stata rinnovata, l’EDR Trieste non dava cenni di vita, non era nota l’effettiva messa in disponibilità da parte degli istituti scolastici delle palestre (molte delle quali erano già state cannibalizzate per sopperire alla mancanza di spazio a causa delle misure di distanziamento) e mancava un qualsiasi cenno di protocollo sull’igienizzazione delle palestre scolastiche e sulla ripartizione delle spese relative; inoltre la Commissione Palestre presso il CONI non aveva ancora potuto iniziare l’esame delle domande di assegnazione avanzate dalle associazioni a giugno 2020. Pertanto, proseguiva il presidente Bassi, non era possibile riaprire in tempi brevi o prevedibili le palestre scolastiche della città né era possibile avanzare previsioni verosimili sulla soluzione al problema.
Questa situazione di incertezza si è protratta nel tempo sino a pochi giorni fa, quando sono iniziate a trapelare le prime informazioni su un rinnovo da parte del Comune di Trieste della convenzione con la Tergestina – comunque nuovamente in scadenza al 31 dicembre di quest’anno – e, quindi, sulla probabile riapertura in tempi brevi delle palestre scolastiche in favore prima degli atleti agonisti e, quindi ed in seconda battuta, degli atleti amatoriali e delle loro organizzazioni.
L’ultimo mese e mezzo ha quindi rappresentato, principalmente per me e per il Segretario dell’Iwama Budo Kai, Silvia D’Arrigo, una sfida senza precedenti per elaborare e pianificare linee d’azione alternative che consentissero di riprendere la pratica con il minor ritardo possibile. Il grande lavoro di indagine e contatto con molteplici realtà alternative pubbliche e private – dai ricreatori agli oratori, dalle scuole di danza alle palestre di roccia indoor – si è affiancato ad una profonda riflessione sulla struttura stessa dell’associazione e sugli strumenti a sua disposizione per perseguire gli scopi statutari.
Come ogni fatica, anche questo notevole sforzo fisico e mentale ha portato i suoi frutti: è stato infatti possibile inserirsi nella realtà del Dopolavoro Ferroviario di Trieste (DLF), sezione Judo, e trovare ospitalità nella nuova e recentemente rinnovata palestra di via Madonizza 4.
Frutto di un’abile ed accorta riconversione dell’ex locale bar del DLF adiacente al dismesso cinema sociale Alcione, la palestra è dotata di un livello di comfort notevole: doppio spogliatoio con sistemi indipendenti di riscaldamento dell’acqua delle docce, bagni dedicati, percorsi di accesso “sporchi” separati dall’area “pulita” di pratica, ampio tatami fisso a doppio strato (tatami da judo competizione di spessore 4cm sormontati da tatami EVA ad incastro da karate) poggiato su un intercapedine in legno rialzata rispetto al piano di calpestio.
I corsi di Aikido Tradizionale, comprensivi anche della pratica a contatto, riprenderanno in questa nuova casa dell’Aiki Shuren Dojo Trieste a partire dal 1 ottobre 2020 con cadenza bisettimanale: ogni martedì e giovedì dalle ore 20 alle ore 21.30 [Info e dettagli approfonditi sui corsi: iwamabudokai.net] e seguiranno scrupolosamente le prescrizioni delle linee guida di settore, delle disposizioni della normativa nazionale e regionale e dei regolamenti interni specifici del DLF di Trieste.

Il cambio di sede ovviamente comporta un lieve ritocco delle quote di frequenza, che rimangono in ogni caso tra quelle più competitive della regione anche in rapporto allo standard dell’infrastruttura ospitante.
Il keiko (seduta di pratica) d’apertura dell’anno sportivo 2020-21 avrà luogo nel nuovo Aiki Shuren Dojo Trieste giovedì 1 ottobre alle ore 20 e sarà dedicato alla memoria del mio compianto maestro Alessandro Tittarelli Shihan nel secondo anniversario della sua prematura scomparsa [info].

Questa difficile ripresa del cammino, auspicabilmente verso un progressivo ritorno alla normalità ed alla stabilità, non porta all’Iwama Budo Kai delle sole novità logistiche ma, nelle intenzioni e nella ferma volontà di tutti noi, rappresenta un vero cambio di passo per l’associazione che ne vuole rinascere rinnovata, rigenerata e rafforzata.
Enrico Neami, dojo-cho