Nel capoluogo giuliano si è recentemente assistito all’evolvere di una crisi legata alla scadenza – ed al mancato rinnovo, in uno dei due casi – al 31 gennaio delle convenzioni vigenti tra gli enti proprietari delle palestre scolastiche di Trieste (rispettivamente Comune di Trieste e UTI Giuliana quale erede della Provincia di Trieste) e l’associazione polisportiva dilettantistica Tergestina, sinora preposta alla gestione delle stesse.
La delicata vicenda, detta delle palestre della discordia, è stata puntualmente seguita dal quotidiano cittadino Il Piccolo che ne ha documentato l’evolversi ed il culminare con numerosi pezzi: Rebus gestioni per 14 palestre; a rischio le partite del weekend di Giovanni Tomasin il 29/1/2020; Fumata nera sul patto per la nuova gestione delle palestre contese di Andrea Pierini il 30/1/2020; Caos palestre, verso la riapertura “coatta” sempre di Andrea Pierini il 2/2/2020; Palestre nel caos: la rabbia di atleti e genitori “esiliati” sul parquet d’altri di Lorenzo Degrassi il 3/2/2020 e, infine, Le palestre della discordia affidate a due cooperative ancora di Lorenzo Degrassi il 4/2/2020.
Nella rubrica Segnalazioni dell’edizione di sabato 8 febbraio 2020 del quotidiano, quale Lettera del Giorno, è stato pubblicato un mio intervento in qualità di presidente dell’associazione sportiva dilettantistica Iwama Budo Kai, concordamente ridotto per esigenze di impaginazione (vedi immagine a seguire). Ritengo utile divulgare in questa sede, per completezza, anche il testo integrale originario del mio pezzo.
Le amministrazioni prestino adeguata attenzione allo sport dilettantistico della città.
Dal 1994, grazie alla brillante intuizione del compianto Emilio Felluga (1937-2015), per lunghi anni anche presidente del Comitato Regionale CONI del Friuli Venezia Giulia, l’esistenza e la costante attività dell’associazione polisportiva dilettantistica Tergestina consente alle realtà sportive del capoluogo regionale di utilizzare – al di fuori degli orari di uso istituzionale – le palestre scolastiche della città a tariffe calmierate (leggasi a costi popolari ed accessibili anche ai meno abbienti): unicum a livello regionale e forse nazionale, questa realtà garantisce parità di trattamento e di oneri a tutte le associazioni utenti. Essa invero è le associazioni utenti, in quanto i soci della Tergestina sono proprio le organizzazioni dilettantistiche che utilizzano gli impianti delle palestre scolastiche per le loro attività: dalla pallacanestro alla pallavolo, dal tennistavolo allo judo. Tramite i propri aderenti, la Tergestina rappresenta migliaia di concittadini, tra i quali molti giovani e bambini ed, anche, numerosi seniores ed anziani.
Dal 1 febbraio di quest’anno, il 30% delle palestre scolastiche della città – quelle degli istituti superiori di competenza dell’ex Provincia di Trieste, oggi UTI Giuliana – hanno iniziato un percorso gestionale svincolato dalla Tergestina e differente dalla restante parte di strutture scolastiche – di competenza, queste, del Comune di Trieste – e con esse sono state forzate a farlo una trentina di associazioni utenti per più di un migliaio di sportivi associati.
Tutto ciò è dovuto all’apparente inconciliabilità di posizioni tra APD Tergestina ed UTI Giuliana, emerse in occasione della scadenza al 31/1 della concessione in gestione delle strutture: ben si comprendono le difficoltà ed i problemi relativi ad un quadro giuridico, normativo e fiscale radicalmente mutato rispetto al ’94 con cui i due soggetti si sono parimenti dovuti confrontare; non si capisce, invece, l’impossibilità di superare gli ostacoli e le divergenze tramite un percorso condiviso di dialogo e confronto similmente a quanto accaduto, nelle medesime circostanze, tra Tergestina e Comune di Trieste.
Preso atto della situazione, è importante constatare come la gestione provvisoria individuata dall’UTI Giuliana per tamponare la situazione ed il regime di prorogatio deliberato dalla Giunta Comunale per le palestre degli istituti di propria competenza, abbiano entrambi scadenza al 30 giugno 2020, ovvero, ragionevolmente, al termine della corrente stagione sportiva. Verosimilmente, nel frattempo, entrambi gli enti pubblici provvederanno a formulare un bando di gara per l’affido della gestione delle palestre di propria competenza in un prossimo arco di tempo. Va auspicato con forza, quindi, che le amministrazioni pubbliche della città e del comprensorio ex provinciale di Trieste, nelle non facili e mai banali scelte politiche che le attendono anche in questo specifico frangente, dimostrino un adeguato livello di attenzione e comprensione alle esigenze delle realtà sportive dilettantistiche cittadine, le quali rappresentano di fatto, per tramite dei propri associati, una gran fetta della parte sana ed attiva della popolazione, nelle fasce d’età più sensibili all’adeguata cura dell’attività fisica e motoria.
Persino banali variazioni tariffarie legate al cambio dei soggetti gestori, quali ad esempio la paventata mancata esenzione dell’IVA al 22% per i soggetti con fiscalità non agevolata, porterebbero a rincari letali per la maggioranza delle piccole associazioni di Trieste, la cui scomparsa si tradurrebbe per molti nell’impossibilità di approcciarsi a costi popolari ai valori formativi e positivi dello sport, generando di conseguenza una vera necrosi sportiva nel tessuto sociale della nostra città.