Morihei Ueshiba, Budo and Kamae, è un articolo pubblicato da Christopher Li in lingua inglese su Aikido Sangenkai – Pacific Rim International Power Study Groupwww.aikidosangenkai.org, Honolulu, Hawaii, ed è consultabile direttamente in originale all’indirizzo www.aikidosangenkai.org/blog/morihei-ueshiba-budo-kamae/; quella che segue è una traduzione in lingua italiana a cura di Enrico Neami.

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Kamae, dal manuale tecnico “Budo”, Morihei Ueshiba, 1938.

Perché non sappiamo come stare in piedi e camminare.

Stare in piedi e camminare è molto basilare. È così basilare che è davvero la prima cosa che si impara in quasi tutte le forme di budo, e persino nella vita (lo ricorderemmo se riuscissimo a tornare indietro così tanto).

Come chiunque altro, mi vennero fornite le informazioni basilari su come stare in piedi quando inizia la pratica dell’Aikido: puntare in avanti il piede avanzato, applicare una certa angolatura invece a quello dietro. Alcuni poi forniscono spiegazioni più dettagliate, ma generalmente il concetto è questo.

Molto facile, vero? Chiunque può farlo, e ciò può essere proprio il problema. Se ognuno può fare così, e si sta facendo sostanzialmente le stesse cose che si sono sempre fatte… perché si spende così tanto tempo sul tappeto?

Budo è un manuale tecnico di epoca prebellica pubblicato nel 1938 dal Fondatore dell’Aikido Morihei Ueshiba. Venne concepito inizialmente per il principe Kaya Tsunenori, membro della Famiglia Imperiale in un ramo collaterale. Kayanomiya sarebbe diventato Sovrintendente della Scuola Toyama dell’Esrcito Imperiale, dove Morihei Ueshiba avrebbe insegnato in qualità di istruttore, prima della guerra.

Budo rimane la più ampia e strutturata raccolta di tecniche del periodo prebellico. Un’edizione in inglese (Budo: Teachings of the Founder of Aikido), nella versione di John Stevens, è stata pubblicata nel 1991.

Un’edizione differente, la Takemusu Aikido Special Edition, nella versione di Sonoko Tanaka e Stanley A. Pranin, venne pubblicata nel 1999 (Budo: Commentary on the 1938 Training Manual of Morihei Ueshiba). Questa edizione è composta da alcuni estratti dal testo originale, uniti ad un commento di Morihiro Saito, sia in inglese che in giapponese.

Qui sotto la versione originale in giapponese, seguita prima dalla mia versione in inglese, quindi dalla versione italiana di quest’ultima a cura di Enrico Neami e, quindi dalla versione di John Stevens.

Il testo originale in giapponese:

第二 準備動作

(一)構

氣勢ニヲ充實シ足ヲ六方ニ開キ半身入身合氣ノ姿勢ヲ以テ敵ニ對ス(第一圖)

總テ構ハ時、位置、土地ノ高低、其ノ時ノ勢等ニ因リ惟神ニ起ルモノニシテ常ニ構ハ心ニアルモノトス

足ノ踏ミ方ニハ外六方、内六方及外巴、内巴アリ練習ノ際ニ傅授ス

注意

練習ノ際シテハ敵ノ構、敵トノ間合ヲ考ヘ左或ハ右ノ構ヲ用フ動作ノ終リシ時兩足ハ常ニ六方ニ開キアル如ク練磨スル要ス

敵ニ正對スルハ隙多キヲ以テ不利トス

La mia versione in inglese:

Section 2: Preparatory Movements

(1) Kamae

Fill yourself with Ki power, open your legs in six directions and face the enemy in the hanmi irimi posture of Aiki (see Figure 1).

When assuming any stance, align yourself with the principles of the Kami according to your position, the level of the terrain and your spirit at that time, and always keep this stance in your heart.

In footwork there is an external six directions and an internal six directions as well as an outer spiral and an internal spiral, this will be taught in practice.

Caution:

Concerning the stance of the enemy in training.

Be mindful of the distance between you and the enemy and assume a left or right stance. At the end of each movement always open both legs in six directions, it is necessary to train this.

If you face directly towards the enemy there will be many openings and you will be at a disadvantage.

La versione italiana di quest’ultima a cura di Enrico Neami:

Sezione 2: movimenti preparatori

(1) Kamae

Riempitevi di ki, aprite le gambe nelle sei direzioni e guardate l’avversario nella posizione hanmi irimi dell’Aiki (vedere figura 1).

Quando assumete una qualsiasi posizione di guardia, allineatevi con i principi dei Kami in relazione alla vostra posizione, al livello del terreno ed al vostro spirito in quel momento, e mantenete sempre questa guardia nel vostro cuore.

Nel lavoro dei piedi ci sono sei direzioni esterne e sei direzioni interne, così come una spirale estroversa ed una introversa, e ciò verrà appreso attraverso la pratica.

Attenzione:

Riguardo alla posizione dell’avversario durante l’allenamento.

Siate consapevoli della distanza tra voi e l’avversario ed assumete una guardia sinistra o destra. Alla fine di ciascun movimento aprite sempre entrambe le gambe nelle sei direzioni, è necessario esercitarsi in questo.

Se guardate direttamente verso l’avversario avrete molte aperture e vi troverete in svantaggio.

La traduzione standard dal volume Budo: Teachings of the Founder of Aikido (traduzione di John Stevens):

2 Basic Movements

(1) Stance

Fill yourself with ki, assume a hanmi stance with your feet apart opened at a sixty-degree angle, and face your opponent with a flexible aiki posture (1).

The exact stance depends upon time, place, and terrain; further, it must arise in accordance with divine principles. A good stance reflects a proper frame of mind.

Both the front foot and the back foot should be open at a sixty-degree angle. The reason for this will become clear in practice.

Note: During practice be ever mindful of your opponent’s stance and his relative distance; assume, accordingly, a left or right stance. When the movement ends, it is essential that your feet should always be open at a sixty-degree angle. If you face your opponent full of openings you will be at a great disadvantage.

Potete notare alcune differenze. Ciò è normale: due diverse traduzioni dello stesso testo, specialmente nel caso della lingua giapponese, non saranno mai esattamente identiche. Alcune sono differenze nell’espressione, alcune dipendono da come il traduttore ha scelto i vocaboli o da come è stato capace di interpretare il lavoro, alcuni sono semplicemente degli errori.

Alcune frasi in giapponese non possono essere tradotte direttamente in inglese senza perdere parte del loro significato originale e lo stesso vale per frasi inglesi da tradurre in giapponese.

Leggendo i passaggi sopra, ci sono alcune differenze secondarie, e talune altre meno secondarie.

Il titolo della sezione, ad esempio, è stato tradotto da me come movimenti preparatori invece che movimenti di base. La mia è una versione letterale più rispettosa dell’originale giapponese ma se si comparano le due, in fin dei conti, la differenza non è davvero rilevante. A chi importerebbe? Di certo non a me.

Più avanti, però, ci sono altre differenze.

Io ho tradotto la prima frase del paragrafo così:

Fill yourself with Ki power, open your legs in six directions and face the enemy in the hanmi irimi posture of Aiki (see Figure 1).

Enrico Neami l’ha tradotto così in italiano:

Riempitevi di ki, aprite le gambe nelle sei direzioni e guardate l’avversario nella posizione hanmi irimi dell’Aiki (vedere figura 1).

La traduzione di John Stevens è:

Fill yourself with ki, assume a hanmi stance with your feet apart opened at a sixty-degree angle, and face your opponent with a flexible aiki posture (1).

Qui ci sono due grossi problemi.

Per prima cosa il termine flexible (flessibile, N.d.T.) sembra essere stata utilizzata al posto di irimi.  Questo sembra un po’ bizzarro, poiché tutti i praticanti di Aikido dovrebbero essere familiari quantomeno con il concetto di base di irimi; e non sono propriamente certo di come Ueshiba avrebbe potuto tentare di tradurre flexibility con la parola di questo caso (posso immaginare alcune eventualità, ma esprimerle tutte comporterebbe un buon numero di speculazioni).

Seconda cosa, probabilmente molto più importante, la frase open your legs in six directions (aprite le gambe nelle sei direzioni; N.d.T.) nella traduzione di Stevens è resa con feet apart opened at a sixty-degree angle (il piede dietro aperto di sessanta gradi, N.d.T.), che è completamente differente dal testo originale giapponese, il quale suona molto più simile alla mia traduzione.

Ha importanza?

Bene, ora diamo un’occhiata a roppo, o sei direzioni.

C’è un’altra traduzione parziale di Budo, fatta da Sonoko Tanaka e Stanley A. Pranin, pubblicata col titolo di Budo: Commentary on the 1938 Training Manual of Morihei Ueshiba. In quel testo essi notano che il testo originale giapponese dice sei direzioni.

Problema risolto?

Forse no, perché si potrebbe dire che sei direzioni è sostanzialmente un altro modo per dire hanmi, termine che all’epoca non era ancora d’uso comune.

Problema risolto, ora?

Nuovamente, forse no. Abbastanza curiosamente, la parola “hanmi” appare nella prima frase dell’originale giapponese. Se il lemma “hanmi” non era d’uso comune a quei tempi, perché Morihei Ueshiba utilizza entrambi “hanmi” e “sei direzioni” nella stessa frase?

Ma quindi cosa significa esattamente “sei direzioni”?

È interessante notare che sei direzioni è un termine d’uso comune nelle arti marziali interne cinesi. Date un’occhiata a Liu Mian Mo Li (六面摸力) in Yiquan per un buon esempio: un’energia bilanciata attraverso il corpo in sei direzioni. In questo caso stiamo parlando di stabilità di base in tutte le direzioni, qualcosa che ha assolutamente senso per quanto riguarda stare in piedi e camminare in un contesto marziale. Ciò è davvero molto comune nelle arti marziali cinesi interne: per esempio qui trovate un buon esempio di forza nelle sei direzioni nel Xingyi Quan.

Altra nota interessante: in Budo: Commentary on the 1938 Training Manual of Morihei Ueshiba si rimarca anche che muoversi da una posizione di roppo è utilizzato anche nel Kabuki. Ciò che non viene scritto, inoltre, è che anche alcune scuole di Noh tradizionale utilizzano questa frase, nel senso della stabilità universale e di forze bilanciate che è  in comune con le arti marziali cinesi.

Quindi a proposito del passaggio:

In footwork there is an external six directions and an internal six directions as well as an outer spiral and an internal spiral, this will be taught in practice.

Traduzione italiana di Enrico Neami:

Nel lavoro dei piedi ci sono sei direzioni esterne e sei direzioni interne, così come una spirale estroversa ed una introversa, e ciò verrà appreso attraverso la pratica.

Nella traduzione standard di John Stevens ciò è reso con:

Both the front foot and the back foot should be open at a sixty-degree angle. The reason for this will become clear in practice.

Di n uovo si nota come la sei direzioni sia stato sostituito da angolo di sessanta gradi, anche se ciò è una variazione radicale dell’originale giapponese.

Inoltre, la frase an outer spiral and an internal spiral è stato completamente omesso dalla versione inglese di Budo: Teachings of the Founder of Aikido. Queste spirali sono state omesse anche in Budo: Commentary on the 1938 Training Manual of Morihei Ueshiba.

Ma quindi, è davvero importante questo passaggio della descrizione?

Bene, credo comprenderete che, anche per solo rispetto all’accuratezza storica, è importante rispettare una traduzione più esaustiva possibile.

Ma c’è di più.

Spirali introverse ed estroverse che passano attraverso le gambe ed il corpo vengono comunemente descritte nelle arti marziali interne cinesi (ci sarebbe qui un bel tema da sviluppare!). Di seguito un digramma ed un estratto da Illustrated Explanations of Chen Family Taijiquan di Chen Xin, grassetti e sottolineature dell’autore:

Le spirali energetiche (Chan Jin) si trovano su tutto il corpo. Semplificando, c’è una spirale introversa (Li Chan) ed una estroversa (Wai Chan), che entrambe appaiono quando ci si muove. C’è un tipo di spirale quando la mano sinistra è davanti e la mano destra è dietro; o quando la mano destra è davanti e quella sinistra è dietro; questa chiude (He) le mani con un movimento conforme (Shun). C’è anche una spirale che chiude la parte interna del lato sinistro del corpo con il retro del lato destro del corpo, ed un’altra che sfrutta la forza che passa da dietro (Fanbei Jin) e chiude verso il retro. Tutte queste dovrebbero essere mosse in modo naturale in accordo alle specifiche posture.

Quando il Qi della mano si sposta al retro del piede, allora l’alluce chiude con la mano e solo a questo punto  si può muovere un passo fermamente.

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Illustrated Explanations of Chen Family Taijiquan

Mai sentito parlare di tutto ciò? Io mai, poiché non si trova in nessuna delle traduzioni inglesi sinora pubblicate.

Ed in quelle giapponesi?

Ebbene… non ce ne sono.

Difficile da credere, non vi è mai stata una ripubblicazione commerciale del libro Budo in lingua giapponese. Le uniche persone che hanno potuto leggere Budo in Giappone sono stati coloro che ricevettero personalmente una copia della pubblicazione originale o che ne hanno fatta una copia amatoriale. La stessa esistenza di Budo era nota solamente a poche persone finché non venne ricoperta da Stanley Pranin tramite Zenzaburo Akazawa (un allievo prebellico di Ueshiba) intorno al 1979. Persino Morihiro Saito che, si può dire, trascorse più tempo di chiunque altro da solo assieme a Ueshiba dopo la guerra, rimase stupefatto nell’apprendere di questo libro.

Così… come nel post sul blog Kiichi Hogen and the Secret of Aikido, abbiamo nuovamente Morihei Ueshiba che cita un concetto che è alla base delle arti marziali cinesi, come cuore dell’Aikido.

Abbiamo anche così un chiaro esempio del problema che esiste nella trasmissione delle informazioni di base nell’Aikido, sia dalla parte inglese che da quella giapponese.

Che cosa non conosciamo? E che cosa non sappiamo di non conoscere?

E perché non lo esaminiamo più approfonditamente?