L’articolo originale An Interview with Saito Hitohira Sensei – A Close encounter with Iwama’s Aikido è stato pubblicato in lingua inglese su Seido Blog, dove è liberamente consultabile; quella che segue ne è una versione in lingua italiana a cura di Enrico Neami.
Stavamo girando per fare interviste agli insegnanti di arti marziali con grande esperienza. Saitō Hitohira, che conobbe Morihei Ueshiba quando era ancora bambino e che si è dedicato all’Aikido sin dalla giovane età, vive ancor oggi a Iwama, proprio nei paraggi dell’Aiki Jinja. Essendosi presentata la possibilità di intervistarlo, abbiamo colto al volo l’opportunità e questo è il resoconto di come è avvenuto il tutto.
Saitō Hitohira, il fondatore dell’Iwama Shinshin Aiki Shūrenkai
Nel corso della Settimana d’Oro [29 aprile – 5 maggio; N.d.T.] abbiamo avuto la possibilità di raggiungere in macchina la cittadina di Iwama per incontrare Saitō Hitohira in persona, grazie al sig. Sobue del Nihon Kobudō Shinkōkai [日本古武道振興会] che ci aveva presentati e grazie a Olivier Eberhardt che si è gentilmente prestato come nostro intermediario con il sig. Saitō per organizzare l’incontro e per concordare l’intervista.
Per coloro che non lo conoscessero di fama, Saitō Hitohira [斎藤 仁弘] è il figlio di uno degli allievi diretti di Morihei Ueshiba, Saitō Morihiro [斉藤 守弘]. È anche il fondatore dell’Iwama Shin-Shin Aiki Shūren-kai [岩間神信合氣修練会], un’organizzazione indipendente celebre per la propria influenza sia in Giappone che nel mondo. Una delle caratteristiche di questa organizzazione è l’incentivare tutt’ora il sistema tradizionale di Uchi-Deshi: il sig. Saitō accoglie praticanti provenienti da tutto il mondo a casa propria per tutto il corso dell’anno. Gli allievi risiedono in un edificio adiacente all’abitazione privata della famiglia Saitō, dove vivono, mangiano e dormono nei piani sottostanti ad uno dei dojo.

La visita, Iwama e il Tanrenkan Dojo
Siamo stati accolti calorosamente appena giunti e ci è stato mostrato il luogo ed i dintorni della casa. Il dojo più piccolo è situato sopra al dormitorio – il quale è a sua volta sopra alla cucina ed alla sala mensa – all’interno di un edificio che guarda verso l’Aiki Jinja, proprio dall’altra parte della strada. Il dojo viene utilizzato principalmente per la pratica nei giorni di pioggia o per la pratica libera, a volte anche per le cerimonie.

Dopo aver visitato la casa, ci siamo spostati al dojo più grande per poter preparare quanto necessario [all’intervista; N.d.T.] ed aspettare il sig. Saitō. I Deshi hanno proceduto alla pulizia della sala e ci hanno aiutato a sistemare le nostre apparecchiature all’interno del dojo principale mentre ci descrivevano le loro attività quotidiane. L’Aikido di Iwama riserva un posto significativo alla religione Shintō e pertanto il dojo è ancora considerato un luogo sacro che non deve essere contaminato. Con le nostre numerose apparecchiature, luci e telecamere ci sentivamo un po’ come degli intrusi, ma siamo stati confortati dalla presenza degli Uchi-Deshi che in quel periodo risiedevano lì. Abbiamo chiacchierato con loro su molte cose interessanti mentre ci preparavamo e sono stato piacevolmente colpito nel trovare tra loro un ex-kendoka, Nicolas, con il quale ho condiviso per un periodo quella passione [per il Kendo; N.d.T.]. I miei due colleghi hanno approfittato per uscire ad assistere all’allenamento all’aperto sulla collina lì vicino, dove gli allievi si esercitano di mattina con le armi.

E quindi è arrivato il Maestro, Saitō Hitohira Sensei…
Il sig. Saitō è finalmente arrivato alle 5 del pomeriggio circa, in modo da avere tempo per l’intervista prima della sessione di pratica pomeridiana, o così abbiamo pensato noi. In realtà il sig. Saitō non incontra facilmente il primo estraneo che bussi alla sua porta semplicemente in ragione del fatto che questi si sia accollato il tragitto in auto fino alla cittadina di Iwama. Non confidate di poter incontrare Sensei senza un’opportuna raccomandazione da parte di qualcuno che gli sia molto vicino; non vi riceverà. In omaggio alle antiche tradizioni del Budo, egli deve conoscere il proprio avversario prima di concedergli di avvicinarsi per un colpo alla sua propria privacy. Noi eravamo a casa sua e così abbiamo dovuto adattarci al suo ritmo: ci ha portati fuori equilibrio un paio di volte nel corso della conversazione, probabilmente per verificare la nostra risolutezza e le nostre reazioni. Per un bel po’ abbiamo temuto che la conversazione informale che stavamo portando faticosamente avanti sarebbe stata l’unica cosa che avremmo ottenuto da lui. L’aspetto più frustrante di tutto ciò, era che si trattava di discorsi tremendamente interessanti e rivelatori, che venivano fuori mentre noi non eravamo in grado di piazzare i nostri strumenti per riprendere tutto in maniera adeguata, dato che eravamo rimasti coinvolti nel flusso del discorso e non avevamo il coraggio di interrompere il Maestro. Quindi abbiamo semplicemente aperto le orecchie ed ascoltato, cosa che probabilmente era quanto lui si aspettava noi facessimo a quel punto.

Appena ne abbiamo avuta l’occasione, gli abbiamo presentato lo speciale bokken, realizzato in prezioso legno tsubaki (camelia) dal Maestro Nidome Yoshiaki, che gli avevamo portato in regalo e che in precedenza era anche stato cesellato da Jordy. Essendo pure lui una sorta di artigiano, [Sensei] si è dimostrato sinceramente interessato quando Jordy gliene ha spiegate le origini; siamo quindi stati autorizzati ad assistere alla sessione serale di pratica, filmando l’intero keiko nella maniera più discreta possibile. Alla fine, quando stavamo praticamente sistemando le apparecchiature per andarcene, il sig. Saitō ci ha dato all’improvviso il permesso di girare l’intervista formale. Abbiamo avuto solo un paio di minuti per risistemare le apparecchiature, ma ce l’abbiamo fatta. Avete potuto apprezzare il risultato, pubblicato sul nostro canale Youtube. Speriamo davvero di avervi potuto aiutare a conoscere il mondo del Maestro ma, ovviamente, egli è molto geloso della propria privacy e, qualora lo vogliate conoscere, non avete altra scelta che iscrivervi come allievi regolari per praticare con lui l’Aikido di Iwama. Dopotutto questa è l’unica possibilità logica e coerente con lo spirito del Maestro, come i suoi stessi allievi probabilmente concorderanno, anche se noi coltiviamo la speranza di avere ancora l’opportunità di avvicinarci al sig. Saitō per poter registrare di nuovo i suoi insegnamenti pratici e spirituali.
Una calorosa ed amichevole conclusione
Per quanto riguarda gli Uchi-Deshi residenti al momento dell’intervista, erano davvero molto amichevoli, tanto da invitarci alla cena che Nicolas aveva preparato, essendo così gentili da dividerla con tre bocche in più, sebbene noi non ci fossimo allenati come loro per le due ore del keiko serale. Abbiamo discorso piacevolmente, anche grazie al fatto che quasi tutti loro parlavano il Francese.

L’atmosfera accogliente ha rappresentato la maniera migliore per concludere la giornata nel modo più leggero e rilassante possibile e siamo ancora molto grati per il tempo che ciascuno ha speso per farci sentire i benvenuti a Iwama. Olivier Eberhardt e Victor Detrez sono stati di particolare aiuto ed è con dispiacere che abbiamo dovuto salutare tutti per rientrare a Tokyo, partendo sufficientemente presto per consentire loro di dormire prima del successivo mattino di dura pratica. Speriamo di poterci ritornare presto!
Articolo di Jean-François Rauch,
General Manager @Seido Co., Ltd.