L’articolo originale in lingua inglese 2018 Kagami Biraki at the Tanrenkan di Victor Detrez è liberamente consultabile sul sito ufficiale www.iwamashinshinaikido.com; quella che segue ne è una versione in lingua italiana a cura di Enrico Neami.
Iwama, 29 gennaio 2018.
La celebrazione del Kagami Biraki ha avuto luogo il 14 gennaio a Iwama nel Tanrenkan dojo. L’evento ha riunito circa 75 persone tra praticanti dal Giappone e dai dojo stranieri, nonché gli ospiti ufficiali.
Questa cerimonia tradizionale giapponese simboleggia l’inizio del nuovo anno e rappresenta l’apertura iniziale del dojo e l’occasione per riunire i praticanti per un simbolico primo allenamento.
Molti dojo da tutto il Giappone erano presenti per assistere e partecipare all’evento: Sendai, Tanabe, Nagoya, Osaka, Akita, Hitachi, Tokyo (Uehara) così come il Busenkai e lo Ryusenkai. Erano rappresentati anche la Francia, la Germania, l’Ucraina, l’Italia e l’Iran.
Per prima c’è stata una cerimonia guidata da un prete Shinto, Takahashi san, per la purificazione del dojo e del kamidana all’inizio di questo nuovo anno. Subito dopo le preghiere del prete e di Hitohira Saito Sensei, alcuni rami di sakaki sono stati distribuiti ai dojo cho, e ad alcuni ospiti, che li hanno disposti sul kamidana a simboleggiare la purificazione anche dei loro dojo, così simbolicamente uniti al Tanrenkan.
A quel punto della giornata due incaricati ufficiali hanno tenuto il discorso formale d’apertura della celebrazione. Il primo è stato il Sindaco di Kasama Yamaguchi – Kasama è la città di cui è parte Iwama. Quindi è stata la volta di M. Tokohoki, legislatore di Ibaraki. Entrambi hanno fatto riferimento all’importanza del Budo come Via per salvaguardare quelle qualità che non possono essere sviluppate tramite gli sport o le discipline atletiche dei giochi olimpici.
Dopo questo primo momento formale, è stata la volta di un breve keiko. Poiché il dojo era strapieno, si è dovuto praticare in gruppi, prestando molta attenzione agli altri praticanti. Sensei ha iniziato con shumatsu dosa, per scaldarsi dopo la lunga cerimonia. Il keiko quindi ha riguardato tai no henko (kihon e poi ki no nagare), morotedori kokyuho, avendo il Fondatore indicato queste due tecniche come l’inizio necessario di ogni seduta d’allenamento. Quindi Sensei ha proposto una forma di morotedori kokyunage, dove il movimento a spirale veniva enfatizzato molto e tori effettuava una rotazione completa per proiettare uke dietro a sè. La breve lezione è terminata con katate dori shihonage omote, esercizio basato sullo stesso movimento dei piedi utilizzato nel corso del riscaldamento.
Hitohira Saito Sensei ha colto ancora una volta l’occasione per dare un’idea della profondità a cui possiamo portare il livello dello studio delle tecniche di base.
Dopo il saluto al kamidana, riempito di omaggi, è stata la volta della dimostrazione, l’enbukai. In queste occasioni è d’uso che ciascun dojo presente faccia dimostrare le tecniche a uno o più allievi. In questa situazione particolare, l’enbukai è dedicato al kamisama e non ha lo scopo di mostrare grandi capacità e non serve ad attirare persone nuove: in questo spirito non c’è necessità di cercare la velocità o le tecniche più spettacolari, ma l’obbiettivo è quello di mostrare tecniche ben fatte ed armoniose e che dimostrino il livello che si è raggiunto.
La dimostrazione ha avuto inizio con un ospite d’eccezione, Sobue sensei, proveniente dalla città di Mito, un vecchio allievo di Morihiro Saito Sensei ed oggi praticante locale esperto di arti marziali e dello stile iai Sekiguchiryu. Assieme ad un suo allievo ha proposto vari kata con la spada e con il kodachi (la spada corta, tenuta ad una sola mano). Lo studio che portano avanti è sulle forme e non è correlato alla nostra pratica ma condividiamo cionondimeno molte visioni importanti con questo stile molto tradizionale. Dopo la dimostrazione di iaido, è stata la volta delle tecniche a mani nude, con delle forme di jujutsu molto tradizionale che prevede proiezioni, blocchi delle dita e colpi agli occhi o all’inguine. Il livello di maestria dimostrato era notevole e sono stati proposti molti punti che condividiamo anche nel nostro studio, come Zanshin, Awase e, ovviamente, un’etichetta impeccabile.
Dopo quest’apertura sono stati chiamati, ad uno ad uno, tutti i dojo presenti. I praticanti hanno eseguito le tecniche sotto lo sguardo attento di Hitohira Saito Sensei e di tutti i presenti. Si è avuta l’opportunità di godere di un repertorio di svariate tecniche, a differenti livelli, che rappresentava gli svariati livelli di pratica. È stata quindi la volta degli allievi del Tanrenkan, a partire dagli uchideshi. Almeno 12 allievi hanno presentato le loro dimostrazioni prima che fosse il turno di Mitsuyoshi e Yasuhiro Saito.
Ha iniziato per primo Mitsuyoshi sensei, che ha eseguito il 13 no jo awase con suo fratello e, quindi, si sono scambiati i ruoli e Yasuhiro sensei ha dimostrato il 31 no jo awase. Il livello della velocità, dell’accuratezza e del sentimento che è stato raggiunto nel corso dell’esecuzione era di gran lunga superiore a tutto il resto precedente. Ciò ha consentito a tutti di sperimentare quale sia l’obbiettivo da raggiungere nella propria pratica quotidiana. Come detto, non si trattava di un evento in cui mettersi in mostra ma era l’occasione per dimostrare il modo in cui ci si allena. La dimostrazione dei fratelli Saito, impressionante come lo è stata, non ha espres solamente la perfezione nell’esecuzione dei movimenti ma anche lo spirito con il quale tutti dovremmo eseguirli. Chiunque abbia avuto l’opportunità di praticare al Tanrenkan sa come lì lo spirito della pratica sia coltivato e sviluppato più che in ogni altro luogo.
È stato quindi il momento per Sensei di concludere l’enbukai. Si è dapprima inchinato al kamisama impugnando il jo ed ha iniziato dimostrando 13 e 31 no jo. È stato interessante vedere il nostro Soke presentare gli stessi movimenti mostrati dai figli in maniera più lenta e salda; è stato un modo per poter paragonare le nuove generazioni di maestri all’esperienza di una vita di studio del loro padre ed insegnante. Anche qui si è avuta l’occasione di vedere lo spirito messo in quei movimenti perfettamente eseguiti. Hitohira Saito Sensei ha quindi chiamato Otaka sensei ed ha mostrato le tecniche in forma fluida, principalmente kokyunage. Si è trattato di una serie di movimenti che si sviluppavano in modo naturale, in awase, in perfetto accordo con le forme kihon con le quali tutti noi ci confrontiamo sempre. Assistendo alla dimostrazione del nostro Soke, si è avuta la possibilità di comprendere dove ci conduca lo studio di base, proprio quando la differenza tra kihon e ki no nagare sembra così ridotta. Al termine di una tale fantastica conclusione, Sensei si è scusato per le cattive condizioni di salute delle proprie ginocchia, benché da dove ci si trovasse, nessuno aveva potuto cogliere l’influenza che avrebbero dovuto avere sulla sua dimostrazione…
È stato quindi il momento della consegna dei diplomi per i gradi dan. Molti allievi giapponesi hanno ricevuto i loro gradi dalle mani di Sensei, così come anche Mohammed Arabsorkhi, insegnante in Iran, che ha ricevuto il terzo dan.
Tutti si sono quindi inchinati a conclusione di questa parte della giornata e si è preparato il dojo per il party.
Sensei ha stappato il sake dell’Anno Nuovo ed ha pronunciato il discorso d’inizio pranzo, nel corso del quale ha menzionato la continuità dell’Aikido del Fondatore con il proprio lavoro e, presto, con quello dei figli.
Tutti abbiamo brindato levando i calici e la vera e propria celebrazione conviviale ha avuto inizio.
Resoconto di Vicotr Detrez, per lungo tempo uchideshi di Saito Hitohira Jukucho.
Foto dell’uchideshi Mohammed Arabsorkhi.