Kamae (構え) è un termine giapponese che tutti gli aikidoka e, più in generale, i praticanti di arti marziali della tradizione giapponese imparano sin da subito a conoscere e ad identificare, in Italia, con il concetto di “guardia”.
Letteralmente traducibile come stile o posizione – ma anche come apparenza e, ancora, struttura – può essere ben reso in ambito marziale come postura, sia essa intesa quale posizione del corpo, delle mani e dei piedi e dell’arma, qualora se ne impugni una, sia, soprattutto, come attitudine dell’animo e della mente rispetto alla minaccia ed al combattimento, insieme di volontà, determinazione, intenzione e concentrazione.

La pratica con la katana, ovviamente, prevede numerose posture codificate o kamae, alcune delle quali si ritrovano, con minime varianti, in quasi tutti gli stili, dai più antichi koryu al moderno kendo. Molti degli stili classici, poi, hanno invece numerose ulteriori posizioni esclusive e caratteristiche, come, ad esempio, i numerosi kamae previsti dal Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū.
L’Aikiken del Dentō Iwama Ryu Aikidō – o Aikido Tradizionale della Scuola di Iwama – non fa eccezione e vi si possono riconoscere, nelle sole forme di base, quantomeno le cinque posture che seguono, elencate secondo una nomenclatura standardizzata comune anche al kendo e a molti altri stili.
Chūdan no kamae (中断の構え): è la postura di base o guardia mediana. Essa consente un ottimo bilanciamento tra attacco e difesa e, pertanto, viene considerata la posizione di partenza per la pratica. È nota anche come chūdan-gamae, seigan no kamae o seigan. Nell’Aikiken il corpo assume una posizione hanmi dachi onde evitare al massimo la possibilità di ai uchi o mutua uccisione o ferimento; dagli aikidoka è solitamente chiamata ken no kamae.
Jōdan no kamae (上段の構え): è la guardia alta, letteralmente postura di livello alto. Si tratta della posizione più aggressiva delle cinque qui elencate, che consente di portare un attacco repentino e molto potente ma che pone in secondo piano l’attenzione alla difesa; per tale motivo jōdan-gamae, come spesso viene chiamata, è considerata una posizione da esperti, al limite dell’arroganza. Viene a volte chiamata anche ten no kamae (天の構え) o postura del cielo.
Gedan no kamae (下段の構え): è la guardia bassa o postura del livello basso. Si tratta di una posizione ottimale per la difensiva, anche se offre numerose opportunità per colpire, ed è considerata, da talune scuole, una variante della postura chūdan; è comunque universalmente riconosciuta come posizione transitoria da chūdan-gamae ad un colpo tsuki e, come tale, è riconoscibile nel shichi no awase del Dentō Iwama Ryu.
Waki gamae (脇構え): assieme a gedan-gamae è un’altra forma di postura prettamente difensiva derivante da un periodo antico in cui la lunghezza delle lame non era stata ancora standardizzata (per cui poteva essere tatticamente utile non rivelare la lunghezza della propria arma all’avversario) la quale, celando all’avversario il proprio ken coprendolo con il corpo, poteva essere adoperata come postura tranello o bluff. Nell’Aikiken è presente almeno nel san no suburi e in ki musubi no tachi.
Hassō no kamae (八双の構): postura delle otto direzioni, il cui nome si riferisce alla possibilità di attaccare rapidamente in otto (ovvero in tutte) direzioni. È una guardia piuttosto aggressiva che invita all’attacco per approfittarne con un rapido e potente contrattacco, che è quasi scomparsa nel kendo moderno – se non in alcuni kata – ma che rimane, spesso nota come in no kamae, in molti stili tradizionali. Nel patrimonio tecnico bukiwaza dell’Aikido Tradizionale la si ritrova molteplicemente nell’Aikijo.
