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12/08/2017 – L’autore all’interno del Forte

Data esplorazione: 12 agosto 2017
Denominazione sito: Fort Hensel o Forte Hensel
Località: Promontorio dello Tschalàwai, Monte Stabet, Malborghetto/Malborgeth, Valcanale/Kanaltal.
Periodo storico: costruito tra il 1881 ed il 1883, dismesso dalle funzioni originarie nel 1916, utilizzato parzialmente sino alla seconda guerra mondiale e riatto parzialmente sino agli anni ’70 del ‘900.
Come raggiungerlo: percorrendo la Strada Statale 13 Pontebbana proveniendo da Tarvisio in direzione Udine, poco prima del paese di Malborghetto, immediatamente prima di imboccare la galleria stradale “Forte“, sulla destra, esiste una piazzola da cui è possibile imboccare il sentiero, parzialmente invaso da arbusti ed erbacce, che conduce alle rovine del Forte.

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Il promontorio dello Tschalawài (a centro mappa) con delineate le strutture principali del Forte Hensel. A sinistra, l’abitato di Malborghetto.

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12/08/2017 – Le rovine di Forte Hensel viste dalla piazzola sulla SS 13 poco prima dell’ingresso della galleria stradale “Forte”.

Sorto su una precedente struttura del 1806, Fort Hensel fu una delle piazzeforti più importanti del sistema difensivo austro-ungarico a partire dalla metà del XIX secolo ed, in particolare, dalla metà degli anni ’80 dell’Ottocento, quando la comparsa del nuovo Regno d’Italia aveva imposto maggior attenzione sui confini meridionali dell’Impero. Restaurato e modernizzato al finire del secolo, il complesso era una vera e propria fortezza in grado di ospitare 18 bocche da fuoco ed una consistente guarnigione, fatti che gli consentivano una difesa a 360 gradi, bloccando di fatto la strada e la valle del Fella. Allo scoppio della Grande Guerra vedeva la presenza al suo interno di 21 ufficiali e 567 militari di truppa.

Il Forte venne dedicato alla memoria del capitano del genio Friedrich Hensel, l’eroe del 1809.


La presa del Forte di Malborgeth: le Termopili della Carinzia.

I fatti d’arme che ebbero luogo a Malborgeth tra il 17 ed il 18 maggio 1809 fanno parte, assieme all’assedio del forte di Raibl, Predil in Italiano, della cosiddetta Battaglia di Tarvisio del maggio 1809 tra le forze napoleoniche francesi guidate da Eugenio di Beauharanais e quelle imperiali austriache guidate da Albert Gyulai, nell’ambito degli scontri della Quinta Coalizione durante le Guerre Napoleoniche.

La Battaglia di Tarvisio ebbe luogo nell’ambito del ripiegamento verso l’Austria dell’esercito del generale di cavalleria Arciduca Giovanni d’Asburgo Lorena dopo la tentata invasione del Veneto del mese precedente: mentre le forze imperiali austriache ripiegavano ordinatamente verso Villach e, quindi, Klagenfurt, le vittoriose armate francesi risalivano le valli per guadagnare i passi montani e dilagare verso i centri carinziani, ostacolati dalla sola retroguardia austriaca e dalle guarnigioni da fortezza. L’eroica resistenza dei forti di Malborgeth (Malborghetto), al comando di Friedrich von Hensel e di quello di Raibl (Predil), al comando di Johan Hermann von Hermanndorf, è considerata episodio di valore alla pari delle gesta di Leonida alle Termopili. A Malborgeth, 350 austriaci chiusi nel fortino in legno, dotato di sole 10 bocche da fuoco, si opposero all’avanzata di 15.000 soldati napoleonici.

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Presa del forte di Malborghetto, dipinto di Albrecht Adam (1786–1862).

Informazioni di massima sulla Battaglia di Tarvisio del 1809 sono agevolmente reperibili alla pagina ad essa dedicata da Wikipedia.

La costruzione del primo forte a Malborgeth venne iniziata di fatto tra il 1806 ed il 1808, si dice su ordine dello stesso fratello dell’Imperatore Francesco I, il già citato Arciduca Giovanni D’Asburgo Lorena, che in quel periodo ricopriva il ruolo di Direttore Generale dell’Arma del Genio. L’Arciduca supervisionò direttamente la progettazione delle opere di difesa, mentre i lavori di realizzazione vennero affidati al giovane ufficiale del genio Friedrich von Hensel.

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Ritratto di Friedrich Hensel – By Anonymous (Dr. Fischer Kunstauktionen) [Public domain], via Wikimedia Commons

Nato il 13 agosto 1781 a Kronstadt (oggi Brașov) in Transilvania (oggi Romania), il ventisettenne ingegnere militare proveniva da un’antica famiglia di sassoni – giunta molto probabilmente in quelle zone nel periodo degli spostamenti di popolazioni tedesche agli inizi del XII secolo – e si era diplomato alla k.u.k. Technische Militärakademie (Accademia militare per gli ufficiali del Genio e dei corpi tecnici) di Vienna nel 1801. Nel settembre 1802 era stato promosso al grado di tenente e, poi, nominato capitano di seconda classe nel gennaio 1807. Sulla personalità e sulla figura di Hensel rimangono poche testimonianze documentali, oltre alle gesta eroiche legate alla sua morte a Malborgeth, ma pare fosse persona assai distinta e dai modi chiusi e riservati. Ci è giunto un riferimento alle sue qualità grazie ad una nota indirizzata all’Arciduca Giovanni da parte dell’allora comandante dell’Arma del Genio, General Maggiore Nobili:  “La mia consapevolezza della saggezza e dell’attività del signor capitano von Hensel, che ha diretto i lavori per la costruzione di questo forte, mi garantisce per la completa esecuzione del suo compito.

Ironia della sorte, Hensel sin dai tempi dell’Accademia viennese strinse amicizia con Johan Hermann von Hermannsdorf, pure lui cadetto e, poi, ufficiale del genio militare, il cui destino è legato con il rosso filo delle gesta imperiture nel corso della Battaglia di Tarvisio: Hensel fu incaricato di allestire e, poi, di comandare il Forte di Malborgeth, Hermann quello di Raibl. Entrambi sono ancor oggi ricordati in situ, assieme ai loro soldati caduti in difesa della Patria, da due magnifici monumenti di eguale fattura.

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09/08/2017 – Il monumento di Malborgeth/Malborghetto in memoria di Friedrich Hensel.

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Durante il periodo di esecuzione dei lavori di fortificazione, Hensel assieme ai soldati ed ai civili sotto le sue direttive – all’epoca, nell’esercito austriaco, il Corpo del Genio era composto dai soli ufficiali cui veniva affidato il comando di soldati di fanteria e civili specializzati per la realizzazione delle opere – alloggiò a Malborgeth, facendosi presto benvolere dalla popolazione e dai notabili locali, tra cui vanno citati il parroco Georg Mayer, che di lì a poco sarebbe stato nominato Vescovo di Gurk, l’imprenditore Anton Ernst von Canal ed il Kapitänleutnant Kaspar Kupka, vecchio soldato di origine ungherese.

Tra i militari sotto il comando di Hensel, pochi erano quelli austriaci in senso stretto, tanto che, nell’ultimo discorso prima della battaglia finale contro i napoleonici, sembra fosse stato necessario tradurre le sue parole nei vari dialetti della truppa: si trattava di soldati croati del 3° Reggimento Fanteria Oguliner (cioé reclutati nell’area di Ogulin, poco distante da Karlovac), e del 52° Reggimento di Fanteria ungherese Erzherzog Franz Carl e di militi della Landwehr di Marburg (oggi Maribor). Altrettanti coscritti della Landwehr Cilli (oggi Celje) e Adelsberg (Postumia) erano stanziati a Tarvisio.

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Il 13 maggio 1809 l’Arciduca Giovanni compì un’ultima ispezione alle difese di Malborgeth. Hensel, che aveva già avuto comunicazione per via gerarchica di effettuare le consegne per la difesa del forte ad altro ufficiale e di ripiegare verso Tarvisio e, quindi, Villach assieme allo stato maggiore, si offrì volontario presso l’Arciduca in persona per rimanere al comando della piccola fortezza. L’Arciduca così si rivolse al capitano: “Lei ha costruito queste forti opere e lei saprà anche difenderle“, affidandogli il comando della ridotta. Hensel rispose: “Vostra Altezza Imperiale, voglio meritare la fiducia accordatami, che merito sin d’ora!“. Dopo avergli stretto a lungo la mano, l’Arciduca lasciò Hensel a Malborgeth per fronteggiare, solo assieme a pochi uomini, l’armata francese.

Le cronache riportano come in più occasioni, in quegli ultimi quattro giorni, Hensel si dichiarò certo di andare incontro a morte sicura, non da ultimo in occasione dell’ultima cena che offrì alla truppa, ad amici e paesani nell’abitato di Malborghetto: “questo forte sarà la tomba mia e dei miei compagni; ma una tomba meravigliosa come quella di Leonida alle Termopili“.

Il tavolo su cui, nel corso di quella famosa cena, Hensel trascorse le ultime ore liete della sua vita venne conservato dalla Locanda Ressmann, oggi l’Antica Trattoria da Giusi, di Malborgeth e, poi, dai militari ed oggi è ancora esistente ed è conservato nel Museo Civico di Villaco. Dopo il commiato dalla popolazione di Malborgeth, Hensel si rinserrò il 15 maggio nel forte coi suoi 350 uomini, ove attese l’onda d’urto dei Francesi.

I militari napoleonici impiegarono l’intera giornata del 16 maggio a perlustrare ed accerchiare Malborghetto e più volte, persino su richiesta diretta del Viceré Eugenio di Beauharanais, Principe di Venezia e reggente del Regno Napoleonico d’Italia, nel frattempo giunto proprio a Malborghetto, fu intimata la resa al fortilizio austriaco.

Hensel, che parlava correntemente anche il francesce, ricevette sempre con cavalleresca cortesia gli ambasciatori francesi, declinando fermamente le offerte di resa con estremo ed alto senso dell’onore e di lealtà agli ordini ricevuti, conscio che la caduta del Forte avrebbe consentito al nemico di giungere molto più rapidamente a Tarvisio e, quindi, di penetrare nel cuore della Carinzia.

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Granatieri napoleonici, 1807.

Rincuorati gli uomini con un ultimo discorso, Hensel si asseragliò nella parte alta del promontorio, onde poter seguire dall’alto l’evolversi dell’azione. Quando però i francesi riuscirono, grazie all’urto del numero preponderante rispetto a quello dei difensori, ad irrompere nella cerchia esterna di difesa del forte e quando di conseguenza ogni possibilità di resistenza si faceva impossibile, Hensel guidò una sortita caricando, alla testa di un drappello di Croati Oguliner, gli assalitori napoleonici: colpito di striscio alla tempia, continuò a combattere all’arma bianca sinché fu trafitto a morte dai granatieri francesi.

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Il 17 maggio di 208 anni fa cadeva con le armi in pugno, indimenticato ancor oggi, il Leone di Malborgeth.

Una replica del tavolo dell’ultima cena di Hensel, assieme ad altri cimeli, è ancor oggi visibile presso l’Antica Osteria da Giusi, mentre una storia più dettagliata delle vicende di Hensel è consultabile nel testo di Paolo Foramitti, consultabile online in versione PDF.


Fort Hensel.

Le rovine di Fort Hensel oggigiorno visitabili – con le opportune precauzioni e dotazioni, tra cui scarpe robuste, abbigliamento adeguato, sistemi di illuminazione e opportuna esperienza – risalgono invece alla fortezza che venne realizzata tra il 2 aprile 1881 ed il 18 settembre 1883 e che, all’epoca dello scoppio della prima guerra mondiale, era il cardine della seconda linea di difesa austriaca nell’alta Val Fella.

La struttura era sostanzialmente composta da due blocchi principali, oggi generalmente denominati Blocco A (in cima allo sperone roccioso su cui sorge) [dotato di una copertura di 21 cm a prova di bomba] e Blocco B (immediatamente sopra all’attuale galleria stradale “Forte“) [con la torretta a prova di bomba formata dalla volta e da uno strato di conglomerato cementizio a sua volta ricoperto da terra; il restante a prova di granata] collegati tra loro da camminamenti e da un collegamento protetto [a prova di granata] a gradinata e da alcune batterie allo scoperto.

L’armamento era così composto:

Blocco A – Due cannoni M1861 da 120 (a retrocarica). Due cannoni leggeri M1859 da 150 ad avancarica. Due mortai da 170 piazzati sul cortile fra il bastione circolare e la caserma difensiva. All’inizio della prima guerra mondiale l’armamento era composto da: due obici corazzati M5 da 100 mm. in cupole corazzate M80 (gittata massima con granate km. 6,1, con shrapnel km. 5,5). Quattro cannoni M4 da 90 con affusti in casematte (gittata massima con granate km. 6,45, con shrapnel km. 4,77) all’interno del bastione.

Blocco B – Quattro cannoni da 120 mm M80 in affusti con feritoie ad apertura minima e 4 pezzi dello stesso tipo in una batteria corazzata su due cupole girevoli binate in ghisa di portata km. 6,8. All’inizio della prima guerra mondiale l’armamento era invariato.

Ulteriori armamenti – A mezza altezza tra il blocco A e B c’era inoltre una batteria allo scoperto per 2 cannoni mobili da campagna M1863 da 100 mm. (avancarica rigata) per casi di emergenza. Anche altri cannoni posti nei due blocchi erano sistemati in modo che potevano operare anche sui fianchi, in caso di aggiramento. All’inizio delle ostilità la difesa da attacchi a distanza ravvicinata disponeva di sette mitragliatrici Schwarzlose M7 per proiettili Mannlicher M93 da 8 mm.

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Mitragliatrice Schwarzlose M7.
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Ricostruzione artistica di Fort Hansel di Aleksander Jankovič Potočnik. La costruzione più imponente sulla parte bassa del promontorio è il Blocco B, quella sulla sommità è il Blocco A. Alla base dello sperone roccioso, in direzione Malborghetto, il monumento a Freidrich Hensel.
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Schema del complesso fortificato di Fort Hensel realizzato da Hans Novaczek – http://www.novaczek.at

Legenda:

1 … Tabella FORT HENSEL, in origine probabilmente posta sopra la porta (B)
2 … Piazzale esterno
3 … Torretta corazzata
3a . Batteria corazzata
4 … Posto di guardia
4a . Collegamento in caverna con l’edificio macchine
4b . Collegamento in caverna tra il Blocco B – ridotto I – ridotto II
5 … Postazioni di fanteria scoperte sul percorso interno
6 … Trincea difensiva esterna
7 … Collegamento corazzata Blocco A – Blocco B (comunicazioni in tempo di guerra)
8 … Piccioni viaggiatori
9 … Locale fari
10 … Faro da 90cm
10a . Faro
10b . Faro da 35cm
11 … Vecchio bastione
12 … Ingresso Blocco A
13 … Postazioni di fanteria all’aperto
14 … Postazioni di fanteria al coperto
15 … Altre postazioni
16 … Ridotta di fanteria lungo la strada d’accesso
17 … Bunker d’artiglieria dell’Esercito Italiano (fino al 1970 circa)
18 … Capannoni mensa

A … Posto di guardia
B … Porta d’ingresso con il ponte
C … Stanze ufficiali
D … Casamatta per la truppa
E … Ingresso principale
K … Cucine
M … Santabarbara
P … Possibilità di parcheggio
V … Ridotto V.

BS … Punto d’osservazione
GPk . Casamatta corazzata
MGb . Batteria mitragliatrici
Mh … Edificio macchine
PHb . Postazione corazzata obici


I bombardamenti italiani del giugno 1915.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, le uniche difese austriache sul fronte carinizano, oltre ai Freiwilligewn Schützen, sono i vecchi forti chiudivalle, tra cui quello, appunto, di Malborgeth. Fort Hensel viene immediatamente fatto segno dai colpi di artiglieria italiana che sparano incessantemente con gli obici da 305 e da 210 mm. dall’abitato di Dogna. Il forte viene ben presto quasi totalmente evacuato ma un contingente di artiglieri rimane a presidiarlo e continua a fare fuoco, per far credere al nemico di essere in piena efficienza. Tra il 12 giugno ed il 4 agosto 1915, raggiungono la zona più di 4000 colpi d’artiglieria italiana. Il bombardamento più massiccio viene subito il 22 giugno 1915, giornata in cui era prevista una visita d’ispezione al Forte da parte dell’Erede al Trono, Arciduca Carlo d’Asburgo. L’Arciduca, causa il violentissimo fuoco italiano, è costretto a fermarsi ai piedi del Monte Obuas, a metà strada tra Saifnitz (Camporosso) e Uggowitz (Ugovizza), da dove segue il durissimo scontro a fuoco. Ancor oggi, in quel luogo, sorge un monumento che ricorda la sosta dell’Arciduca.

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15/07/2017 – Pendici dell’Obuas: il monumento che ricorda la sosta dell’Arciduca Carlo d’Asburgo il 22 giugno 1915, mentre assisteva al durissimo scontro d’artiglieria con Fort Hensel.

Alle 10.45 del 22 giugno, una granata italiana colpì un punto del Blocco B già precedentemente colpito e, trapassata la corazzatura, attraversa i tre piani della casamatta, esplodendo in un locale dove la maggior parte dei soldati si era rifugiata: rimangono uccisi sul colpo il Comandante del Forte, capitano Karl Ebner, il sottotenente Bassarb e 17 artiglieri, mentre molti sono i feriti gravi.

Ancora in tempo di guerra viene realizzato un monumento ai Caduti posto nel cimitero della chiesa di Uggowitz/Ugovizza, poi rimosso dagli italiani. Negli anni ’80 del Novcento, viene accidentalmente rinvenuta durante lavori di restauro la fossa comune con i resti dei soldati di Fort Hensel ed essi sono oggi ricordati con una targa posta sulla parete della chiesa di Ugovizza.

Nel corso dei bombardamenti, in ogni caso, vennero smantellate dapprima le artiglierie delle cupole corazzate e poi quasi tutti i pezzi ancora utilizzabili, ma il forte rimase formidabilmente imprendibile. Fort Hensel resistette in servizio sino al 19 marzo 1916, poi venne definitivamente abbandonato a causa dei gravissimi danni strutturali subiti.

Terminata la guerra, nel corso degli anni ’30, vi vennero realizzate all’interno alcune postazioni della Guardia alla Frontiera nell’insieme delle più vaste fortificazioni del Vallo Alpino del Littorio. Tali modifiche in cemento armato alla base del Blocco B, sono ancor oggi chiaramente visibili e servivano a controllare con delle mitragliatrici pesanti la strada della Val Fella.

Infine, dal termine del secondo conflitto mondiale, presumibilmente alla fine degli anni ’70 del Novecento, alcuni ambienti sono stati modificati e riadattati a postazioni d’artiglieria leggera mascherate dell’Esercito Italiano, con il medesimo scopo di controllo sulla Statale Pontebbana. Tali postazioni, nonostante il passaggio dal Demanio dello Stato al Comune di Malborghetto-Valbruna degli inizi del 2016 – vedasi il relativo comunicato stampa dell’amministrazione comunale – risultano ad oggi verosimilmente in ottimo stato di conservazione, ancora chiuse e non visitabili.

Ulteriori informazioni sulla storia di Fort Hensel sono reperibili su fortificazioni.net


La visita del 12 agosto: fototestimonianza.

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12/08/2017 – Le rovine di Forte Hensel viste dalla piazzola sulla SS 13 poco prima dell’ingresso della galleria stradale “Forte”.

La salita alle rovine del Forte, partendo dall’area di sosta sulla SS13 Pontebbana [P], è rapida e non presenta particolari difficoltà: grazie alla vecchia strada di servizio [Werkstraße] è possibile giungere rapidamente al piazzale esterno [2] ed al cortile [Hof].

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L’attuale posizionamento dell’incisione “Fort Hensel”, adiacente ai resti del Blocco B.

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12/08/2017 – L’imponente mole esterna del Blocco B, ripresa dallo spiazzo più o meno in corrispondenza del punto [Koffer V].

Dal cortile interno [Hof], è anche possibile accedere facilmente al passaggio sotterraneo che dal punto [4a] conduceva al Locale Macchine [Mh], oggi non più esistente. Sia il passaggio che l’area del Locale Macchine sono state riadattate in epoca successiva ed ospitano oggi delle postazioni in caverna che vennero verosimilmente sfruttate sino agli anni ’70 del Novecento dall’Esercito Italiano.

Dal cortile interno [Hof] è quindi facile salire lungo i resti della strada di servizio all’aperto, che veniva utilizzata in tempo di pace, [Friedensweg] per raggiungere innanzitutto i resti di un ulteriore riparo in caverna [Bereitschaftsunterstand], oggi quasi del tutto inaccessibile, e poi la cisterna in cemento [Zisterne] e le postazioni per i fari di illuminazione [9 e 10].

Giunti in prossimità del Blocco A, si constata come la casamatta a monte [Defensionskaserne] sia sostanzialmente rovinata ed impraticabile, mentre la struttura a valle composta dai resti delle postazioni corazzate per gli obici [PHb] ed il bastione [Rondell] siano ancora strutturalmente integri ed addirittura visitabili nella loro quasi totale integrità.

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12/08/2017 – Blocco A, i resti della casamatta a monte [Defensionskaserne].

Notevole infine lo sviluppo del tunnel [4b] di collegamento tra la ridotta [Koffer III] – oggi sostanzialmente in rovina – e la ridotta [Koffer II]. È possibile percorrere il tunnel in entrambe le direzioni (cioè verso il cortile [Hof]) e verso la ridotta [Koffer II], purché muniti di un buon apparato di illuminazione.

@EnricoNeami