MUST READ: Annie Jacobsen, Piemme PickWick, (2013) 2015, ISBN 978-88-6836-698-8
In barba al titolo sensazionalistico che rimanda prontamente alle più popolari e fantasiose teorie del complotto, l’avvincente volume di Annie Jacobsen, nella versione italiana di Sara Puggioni, tratta l’argomento delle installazioni governative segrete nel deserto del Nevada legandole a temi molto più “terreni” e concreti delle usuali ipotesi di UFO-crash, retroingegneria aliena ed extraterrestri trattenuti in cattività.
Dal progetto Manhattan agli U-2, gli aerei spia ultrasegreti della CIA, dalla crisi di Cuba all’impasse Gary Powers, dall’Oxcart ai MIG di Fightertown, dalle operazioni Balck Shield ai droni, l’inchiesta della giornalista americana, doviziosamente infarcita di note e riferimenti puntuali nonché interessantissimi, ripercorre i tempi ed i modi dei progetti segreti di intelligence che, nel corso della Guerra Fredda sino ad oggi, epoca della lotta al terrorismo internazionale, le principali agenzie di stato americane, come la C.I.A., il Dipartimento della Difesa, l’Atomic Energy Commission ed i principali contractors della Difesa statunitense hanno sviluppato e promosso con alterne vicende costellate di successi silenziosi e clamorose debacle.

Gli amanti del sensazionalismo e degli intrighi non resteranno delusi dalla lettura del libro, la cui trama si dipana nelle quasi 500 pagine con un ritmo avvincente ed incalzante alla pari delle migliori spy-story di Ian Fleming o Tom Clancy.
Un capitolo nella parte finale del volume è doverosamente riservato al “Complotto lunare ed altre leggende dell’Area 51” ma, dalla lettura dell’inchiesta della Jacobsen, emergono scenari ed ipotesi plausibili ben più ardite delle peggiori ipotesi extraterrestri da z-movie: il “disco” caduto a Roswell era forse un apparecchio a propulsione antigravitazionale sviluppato sulla base degli studi dei fratelli Horten nella germania nazista? Chi lo spedì nei cieli del Nuovo Messico era forse interessato a destabilizzare l’opinione pubblica americana minando la fiducia nelle capacità della difesa aerea nordamericana? Stalin ed i suoi scienziati erano riusciti a superare gli omologhi americanizzati dell’Operazione Paperclip – ossia gli scienziati tedeschi come Werner von Braun che vennero trasferiti negli USA al termine della seconda guerra mondiale e, dopo essere stati “perdonati” dal governo federale per i loro trascorsi bellici, lavorarono allo sviluppo tecnologico militare ed aerospaziale della superpotenza a stelle e striscie – nell’implementazione di avanzate tecnologie militari naziste? Gli umanoidi che si dice siano stati recuperati tra i rottami di Roswell non erano alieni ma giovanetti modificati geneticamente e chirurgicamente da Joseph Mengele, nientemeno, per conto dell’U.R.S.S. onde indurre la popolazione americana a credere nell’esistenza degli alieni? Dei rottami in lega leggera, rinvenuti nel 1947 tra le sabbie del Nuovo Messico, riportanti scritte in cirillico ed oggi conservati dall’Aeronautica Militare americana nel Nevada Test Site dell’Area 51 sembrerebbero confermare queste incredibili ipotesi…

Annie Jacobsen è reporter per il Los Angeles Magazine. L’inchiesta ispiratrice di Area 51, The Road to Area 51, pubblicata sul Los Angeles Times Magazine, ha avuto grande seguito ed è stata per diverse settimane la notizia più letta dal sito del giornale. Con questo libro, forte di testimonianze di prima mano, l’autrice ha conquistato la vetta delle classifiche USA. Per Piemme ha pubblicato anche Operazione paperclip.