Originale pubblicato su Unione degli Istriani. Periodico della Libera Provincia dell’Istria in Esilio n°7 – dicembre 2014.
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In chiusura d’anno proponiamo ai nostri lettori un numero speciale. Si tratta di un’edizione quasi interamente dedicata ad un evento altrettanto speciale e sostanzialmente irripetibile: il sessantesimo anniversario di fondazione dell’Unione degli Istriani – Libera Provincia dell’Istria in Esilio. In occasione, infatti, della ricorrenza dei dodici lustri di nascita della principale organizzazione di rappresentanza degli esuli (Trieste, 24 novembre 1954 – 2014), l’intero mese di novembre dell’anno è stato riservato ad un fitto programma di cerimonie, eventi, manifestazioni e celebrazioni che hanno sottolineato e rimarcato la rilevanza e la centralità nella storia nazionale e locale della nostra associazione. Per l’occasione è stato ideato e disegnato dalla presidenza uno specifico logo grafico, già a suo tempo presentato al pubblico ed ai nostri lettori (⇒ n°1/2014), riportante il motto di per sé eloquente: 1954-2014 Sessant’anni di storia, il quale è stato poi utilizzato su tutte le produzioni grafiche e cartacee stampate per l’occasione, sulla carta intestata speciale e sui teloni a caduta che, per l’intera mensilità, hanno decorato le finestre di Palazzo Tonello, ricordando all’intera cittadinanza triestina l’importante anniversario.
Dal 3 al 30 novembre, poi, esuli, storici, appassionati e curiosi hanno potuto visitare liberamente la mostra documentaria rievocativa della storia e delle vicende dell’Unione degli Istriani presso la centralissima Sala Torrebianca dell’Università Popolare di Trieste. L’esposizione documentale si è basata sui fondi dell’Archivio Storico dell’Unione degli Istriani e sul materiale della Biblioteca associativa ed è stata curata da Massimiliano Lacota e da Lucrezia Pivetta. La mostra è stata accompagnata, inoltre, da un catalogo, a firma dei curatori, che ripercorre quanto esposto, integrandolo con ulteriore materiale fotografico e documentale inedito: Sessant’anni di storia e di lotta (Unione degli Istriani – Luglio Editore, 160 pagine a colori, ISBN 9788868030933) è un’opera imprescindibile per tutti gli interessati alla storia dell’Esodo e dell’associazionismo. Diviso in sette capitoli principali (1954, come nasce l’Unione degli Istriani; 1955-1960 Le origini e gli anni della crescita; 1961-1966 La stabilizzazione; 1967- 1975 Dall’espansione all’accordo di Osimo; 1976-1984 La battaglia contro la ratifica del Trattato e la rinascita; 1985-2004 Verso il cambiamento; 2005-2013 Il nuovo rilancio e la proiezione europea) integrati da una sezione di schede tematiche, il volume si presenta al lettore come un dovizioso sunto della storia dell’organizzazione e dei suoi dirigenti, con tanto di schede personali di approfondimento, che completa ed arricchisce la già imponente opera storiografica di Rino Baroni Gli Istriani in difesa dell’Istria italiana in tre volumi, peraltro per l’occasione ripresentati con una nuova confezione a cofanetto.
Il 22 novembre, poi, ha avuto luogo nella prestigiosa sede di rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia di Piazza dell’Unità d’Italia, ex Palazzo del Lloyd Triestino, già Austriaco, la conferenza rievocativa di carattere nazionale. Nel corso dell’intera giornata si sono alternati al microfono ospiti e relatori di caratura e livello nazionale, introdotti dai saluti e dai messaggi istituzionali delle massime autorità civili e militari centrali e locali e con l’intervento d’apertura in sala della presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani.
La giornata del 29 novembre, invece, è stata riservata alle cerimonie ed ai festeggiamenti: iniziata con una seduta solenne del Consiglio Comunale di Trieste, nel corso della quale sono stati letti i messaggi del Capo dello Stato e delle altre massime autorità istituzionali e sono state conferite medaglie e attestati di benemerenza alle personalità di rilievo nel piano locale e nazionale del mondo giuliano-dalmata, la ricorrenza si è conclusa nel pomeriggio nella storica sede di Palazzo Tonello, con il brindisi augurale assieme a tutti gli associati e simpatizzanti e con il taglio della maxi torta di 30 kilogrammi appositamente realizzata per l’occasione da una rinomata pasticceria del capoluogo giuliano.
Degli eventi appena citati e dei momenti celebrativi e festosi che li hanno accompagnati diamo ampia cronaca e spazio fotografico nelle pagine di questo numero, appunto. Vale però spendere una riflessione che trascenda la pura cronologia degli eventi e che si sviluppi quantomeno su due ulteriori piani più elevati.

Va infatti rimarcata innanzitutto la portata intellettuale e scientifica del lavoro che soggiace a parte degli eventi: la mostra e la realizzazione del catalogo, infatti, sono stati resi possibili da una lunga e meticolosa serie di operazioni di ampio periodo, effettuate in un più vasto programma di valorizzazione scientifica e culturale del patrimonio documentale e biblioteconomico dell’associazione: personale archivistico altamente specializzato e qualificato, di concerto e con la continua assistenza dei vertici regionali dell’A.N.A.I. (Associazione Nazionale Archivistica Italiana) e della Soprintendenza Archivistica Regionale per il Friuli Venezia Giulia, ha operato per più di tre anni al riordino ed all’inventariazione dei fondi dell’Archivio Storico e di Presidenza, nonché del fondo Sardos Albertini dell’Unione degli Istriani, nel frattempo resi fruibili al pubblico degli studiosi e dei ricercatori internazionali e dichiarati di “notevole interesse culturale” da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per mezzo della Soprintendenza Archivistica.
Il lavoro della dott.ssa Francesca Davanzo, cioè, della dott.ssa Lucrezia Pivetta e della dott.ssa Sarah Lillini – che sono intervenute sui documenti in tempi e modi differenti sotto il coordinamento della presidenza – si configura come un’operazione scientifico-culturale di alto profilo come pochissime possono essere riscontrate, da parecchi anni ormai, nell’ambito del panorama associativo giuliano-dalmata, sempre più languente, ormai, ma parimenti variegato e riottoso.
L’aver garantito il più opportuno condizionamento e stato di conservazione, il riordino e la compilazione di accurati strumenti di corredo, e l’aver posto in consultazione agli studiosi che ne facciano richiesta le carte rare o introvabili inerenti i più vari aspetti della vita associativa (rapporti con i governi nazionali, con le forze poltiche, con i governi locali e regionali, iniziative internazionali ed europee poi, attività sul territorio, relazioni interassociative e, poi, in seno ai vari enti di coordinamento ed alla Federazione, tanto per citare alcuni ambiti documentati dalle carte conservate a Palazzo Tonello) dalla metà degli anni ‘50 ad oggi, rappresenta indubbiamente il traguardo più alto e nobile raggiungibile dal mondo dell’Esodo nell’ambito difficile della doverosa opera di Memoria in previsione del passaggio, inesorabile e quanto mai attuale, da materia di vita vissuta ad oggetto dei libri e delle pubblicazioni scientifiche. Dove, cioè, altre associazioni e persino Istituti di ricerca scientifica all’uopo preposti hanno clamorosamente fallito, l’Unione degli Istriani è riuscita a perpetrare e proiettare nel futuro delle nuove generazioni una testimonianza scientificamente oggettiva e veritiera della propria storia e del proprio percorso.
A livello ancora più alto, il novembre 2014 ha rappresentato un momento irripetibile ed unico di testimonianza al massimo livello, ed al contempo di celebrazione ultima, della presenza radicata e costante, imprescindibile e pregnante, dell’associazionismo istriano sul piano istituzionale nazionale e locale e, nello specifico, anche a livello umano, emotivo e sociale nell’ambito più strettamente regionale e cittadino. Il Sessantesimo, di cui diamo ampia notizia su queste pagine, è stato e sarà per sempre il momento celebrativo più alto e rimarchevole, avvenuto ancora alla presenza fisica delle ultime schiere di veri esuli viventi, segno e testimone della tradizione e della storia di rivendicazioni e lotte per i diritti negati ma anche simbolo concreto del volgere dei tempi, del mutamento dei costumi nel cambio generazionale e dell’ineluttabile ed imparziale scorrere del tempo.