L’obiettivo primario sono i fascisti e gli oppositori di Tito: squadristi, gerarchi locali, podestà, rappresentanti del partito fascista. Spesso sono i “compagni” italiani a indicare ai ‘compagni’ slavi dove e chi andare a prelevare.
E’ una risposta uguale e contraria al fascismo, e analoghi sono i provvedimenti, volti a eliminare lingua, costumi e idee non slave. Il rigetto di ogni riferimento alla ventennale dittatura fascista si trasforma secondo alcuni in una sorta di caccia all’italiano.
Così la descrizione delle Foibe del ’43 in “Magazzino 18, Storie di italiani esuli d’Istria, Fiume e Dalmazia” di Simone Cristicchi con Jan Bernas, a cura di Simona Orlando, Mondadori, collana Strade Blu, Milano, 2014, premessa “Una terra a forma di cuore”, pag. 6.