Il Pala Rizza di Modica di Ragusa (Sicilia) ha ospitato tra il 29 settembre ed il 1 ottobre 2023 il 5° Memorial Alessandro Tittarelli, koshukai (seminario) internazionale di Dentō Iwama Ryu Aikidō – Aikido Tradizionale della Scuola di Iwama diretto da Saito Hitohira Jukucho, guida mondiale dell’Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai.

Nel panorama aikidoistico italiano ed internazionale, il Memorial Tittarelli è un evento annuale di spessore che si ripete dal 2019 per ricordare la figura e l’opera di Alessandro Tittarelli Shihan (1957-2018), 8° dan Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai nonché padre e primo responsabile tecnico nazionale del gruppo Dentō Iwama Ryu in seno al settore Aikido dello CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale).

Gli allievi del maestro Tittarelli, scomparso prematuramente nel 2018, organizzano il Memorial alternando le sedi di svolgimento tra Città di Castello (PG), Ancona e Modica (RG); per la seconda volta consecutiva (Città di Castello 2022, Modica 2023), il Memorial è stato diretto personalmente dal Saito Sensei che, come noto, risiede ed insegna abitualmente ad Iwama, località dell’area metropolitana di Kasama, Giappone, dove nel 1942 il leggendario Fondatore dell’Aikido, Ueshiba Morihei, scelse di ritirarsi abbandonando Tokyo, allora sconvolta dalle tensioni belliche e politiche legate alle tragiche vicende del secondo conflitto mondiale. Qui O Sensei – così viene chiamato Ueshiba dai praticanti di Aikido: Gran Maestro – costruì il proprio dojo (palestra) ed eresse il Santuario dedicato allo spirito dell’Aikido, o Aiki Jinja, rimanendo a Iwama fino al 1969, anno della sua morte, per praticare e insegnare l’Aikido, pregare e meditare e lavorare la terra.

Gli succedette il suo più fedele e devoto allievo, Saito Morihiro, che ereditò il dojo di Iwama ed il titolo di Custode del tempio; alla scomparsa di Morihiro nel 2002, il ruolo di caposcuola e guida dell’Aikido Tradizionale di Iwama – ovvero l’Aikido come era stato trasmesso direttamente e personalmente dal Fondatore a Saito Morihiro – venne ereditato, appunto, da Saito Hitohira, figlio di Morihiro.

Fotocomposizione: Saito Morihiro (a dx) e Saito Hitohira (a sx).

Da allora, Saito Hitohira Sensei protegge e trasmette con rigore e dedizione l’immenso patrimonio tecnico e culturale dell’Aikido così come gli era stato trasmesso dal padre e dal Fondatore, insegnando quotidianamente nel dojo di Iwama oppure in alcuni seminari internazionali in Europa, Oceania e Americhe.

La presenza di Saito Sensei al 5° Memorial ha richiamato praticanti da tutt’Italia (oltre al più numeroso gruppo siciliano, erano presenti aikidoka provenienti dalla Campania, Lazio, Umbria, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia) e dall’Europa (Francia, Portogallo, Spagna, Germania, Austria, Slovacchia, Romania, Turchia e Russia) con la presenza contemporanea sul tatami modicano di molti Shihan e Senpai della scuola: Alberto Boglio, Stefan Kurilla, Mehemet Dogu, Sergey Botov, Stefano Di Carlo, José Veiga, Julien Dubergey (per citare soltanto i gradi più alti).

Istantanea del gruppo di praticanti italiani ritratti assieme a Saito Hitohira Kaicho.

Organizzato dal maestro Giuseppe Doria del Takemusu Aiki Dojo Modica in cooperazione con gli altri dojo-cho (responsabili di dojo ed insegnanti) siciliani e con il maestro Roberto Santoro, l’evento è stato patrocinato dal gruppo Dentō Iwama Ryu Italia attualmente guidato quale responsabile tecnico nazionale da Alberto Boglio Shihan (7° dan Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai).

Durante l’intero koshukai Saito Sensei è stato costantemente assistito da Stefano Di Carlo Shihan il quale – oltre a prestarsi molto spesso anche come uke durante le spiegazioni – ha provveduto ha trasporre in lingua inglese le spiegazioni a beneficio dei praticanti non italofoni, e da Paola Caratto che ha magistralmente volto in lingua italiana quanto pronunciato da Sensei in giapponese.

Saito Sensei ritratto assieme a Stafano Di Carlo (dx) e Paola Caratto (sx).

L’ausilio di una traduzione precisa e puntuale si è dimostrato quanto mai necessario in questa occasione poiché il maestro, oltre alle spiegazioni meramente tecniche, ha anche lasciato ai partecipanti delle preziosissime informazioni di altro livello: dalle spiegazioni linguistiche (Zengo giri, il taglio “davanti-e-dietro” in quanto zen e go sono sinonimi giapponesi di mae e ushiro) a quelle storico-filosofiche (il kiai nell’Aikido quando si taglia con la spada dovrebbe essere vocalizzato con un EI particolarmente pronunciato sulla seconda vocale, in quanto I è l’iniziale di inochi, vita; le altre vocalizzazioni possibili per i kiai – ha insegnato Sensei – seguendo le regole del kotodama e della tradizione possono essere YA, come nel Kyudo allo scocco della freccia, o TO, come il grido di guerra dei samurai antichi) a quelle aneddotiche (circa il corretto modo di afferrare il manico del ken, la spada, secondo gli insegnamenti diretti del Fondatore Ueshiba Morihei, che si distinguono dai differenti modi adottati da molte scuole tradizionali di kenjutsu o, ancora, sulla postura corporea tonicamente rilassata che O Sensei conservava sempre) a quelle in un certo qual modo deontologiche (circa la necessità, a tutti i livelli e per tutti i gradi, di perseverare in un atteggiamento di autocorrezione ed apertura all’apprendimento senza mai considerarsi arrivati e, quindi, sedersi sugli allori).

Schizzo di Saito Sensei durante le spiegazioni su Zengo-giri.

Dal punto di vista meramente tecnico, il programma del seminario proposto da Saito Hitohira Kaicho ha riguardato lo studio dei suburi di jo e di ken, alcuni kokyunage e una scelta di iriminage per il taijutsu, alcuni kumitachi, una serie di tachidori e i primi tre ken tai jo (con un’importante digressione sul senso concreto di queste specifiche tecniche di jo contro katana, sulla loro effettiva efficacia e sul loro ruolo di “tecniche segrete” della scuola).

Stefano Di Carlo (con lo iaito) assiste Saito Sensei nella dimostrazione dei kentaijo.

In ogni momento del koshukai, però, Sensei ha riportato l’attenzione di tutti i presenti – avanzati e principianti che fossero – sull’importanza delle basi e dei dettagli, la cui cura puntigliosa e rigorosa è l’unico vero requisito indispensabile per costruire un Aikido stabile, radicato ed efficace, nel solco di quanto concretamente insegnato in Iwama dal Fondatore.

Nel corso del seminario si è anche svolta un’importante sessione di esami dan, nel corso della quale sono stati conferiti tre yondan (4° dan) ed un sandan (3° dan) nell’ambito del gruppo di praticanti francesi.

Nella serata di sabato si è svolto il tradizionale momento conviviale del party serale, nel corso del quale i presenti hanno potuto degustare un valido e sostanzioso campionario di specialità eno-gastronomiche locali. Durante la cena Saito Sensei ha voluto pronunciare un breve quanto sentito e toccante ricordo di Alessandro Tittarelli Shihan, riservando al kami del maestro scomparso l’accensione di una candela e un bicchiere di vino; una finestra è stata aperta di fronte alla candela ed al bicchiere per consentire allo spirito del maestro Tittarelli – nella visione shintoista di Sensei – di compartecipare al banchetto.

Paola Caratto volge in italiano il discorso di Saito Sensei; ben visibili al centro del tavolo la candela ed il bicchiere.

Il koshukai internazionale del 5° Memorial Alessandro Tittarelli è stato un successo che è stato reso possibile grazie alla dedizione degli organizzatori, alla tempra di Saito Hitohira Jukucho ed all’entusiasmo ed all’energia profusa durante la pratica da parte di tutti i partecipanti.

@Enrico Neami