Molti dei miei allievi all’Aiki Shuren Dojo Trieste si sono avvicinati all’Aikido in tempi recenti e si trovano in difficoltà ad identificare in maniera chiara la linea evolutiva dalla quale si origina il Dentō Iwama Ryu Aikido o Aikido Tradizionale della Scuola di Iwama, la cui guida internazionale è Saito Hitohira Kaicho.

Al contempo, costoro hanno una visione forse ancor più fumosa – ciò poiché le informazioni dettagliate su questo specifico argomento sono ancora più frammentarie e di difficile reperimento – sulla linea di sviluppo dello stile tradizionale di Iwama nel contesto aikidoistico italiano.

Per loro ho realizzato due infografiche che aspirano a puntualizzare in modo estremamente schematico – e, beninteso, perfettibile – il posizionamento della nostra scuola nei due contesti.

Parte prima: il contesto giapponese

La linea tratteggiata principale e centrale dell’infografica rappresenta la linea temporale con il suo progresso cronologico da sinistra verso destra.

Takeda Sokaku Sensei (1859-1943) insegnava vagando per tutto l’arcipelago giapponese un’arte marziale estremamente efficace che era nota in vari modi e che, per dovere di sintesi, ho identificato come Daito Ryu Aiki Jujutsu nella parte alta a sinistra della grafica. Il rombo composto da quattro rombi neri in campo bianco è ancor oggi il simbolo della scuola Daito-ryu derivante dagli insegnamenti di Takeda Sensei.

Nel 1915 avvenne l’incontro tra Takeda Sensei e Ueshiba Morihei (1883-1969), futuro Fondatore dell’Aikido. Per anni, il Fondatore si allenò ed insegnò l’arte di Takeda Sensei, anche rilasciando certificati ufficiali Daito-ryu.

Un acceso dibattito storiografico infiamma oggi ricercatori e marzialisti sia delle scuole d’Aikido che di quelle Daito in merito a quando si possa fissare il momento in cui Ueshiba Morihei si staccò da Takeda Sensei e, soprattutto, quando Ueshiba Morihei smise di insegnare Daito-ryu per insegnare il proprio neonato Aikido.

Certamente nel 1931 nella capitale Tokyo vide la luce il Zaidan Hojin Aikikai – generalmente oggi noto riassuntivamente come Aikikai -, organizzazione che venne ufficialmente riconosciuta dalle autorità amministrative giapponesi nel 1940.

Di fatto, si potrebbero addurre numerose prove consistenti a favore della tesi secondo cui l’Aikido fosse già nato ma io ho preferito far coincidere il momento definitivo di distacco dal Daito-ryu con l’anno 1942 quando O Sensei abbandonò Tokyo per ritirarsi nella remota località campestre di Iwama al fine di proseguire il proprio percorso di studio marziale e religioso, abbinato alla vita agreste nei campi. O Sensei, in quel momento, lasciò in mano al figlio Ueshiba Kisshomaru (1921-1999) la gestione del dojo di Tokyo e del quartier generale dell’Aikikai nella stessa capitale, dove ritornò saltuariamente per insegnare e per tenere delle dimostrazioni.

Dal 1942 nascono le due linee evolutive paralelle e distinte dell’infografica.

Quella inferiore rappresenta il percorso che porterà all’affermarsi a livello internazionale dell’Aikikai quale organizzazione (e stile) di riferimento principale; quella superiore, invece, si ricollega alla vita del Fondatore in Iwama, a Saito Morihiro e alla nascita dell’Iwama-ryu.

Nel 1946 Saito Morihiro (1928-2002) iniziò a praticare con il Fondatore nel dojo di Iwama, divenendone ben presto l’assistente sia sul tatami che nella vita quotidiana; fu l’allievo di O Sensei che trascorse il maggior tempo continuativo accanto al maestro, sia nei keiko in cui quest’ultimo insegnava agli allievi, sia nei propri momenti di pratica ed allenamento personale (e privato).

Allora – e sino al 2004 – il dojo del Fondatore a Iwama soggiaceva logisticamente all’Aikikai: il Fondatore ne era il Doshu e, dopo la sua morte, Saito Sensei ne fu uno degli insegnanti più rispettati.

Alla morte del Fondatore (1969) Ueshiba Kisshomaru – linea nella parte bassa della grafica – divenne il Nidai Doshu dell’Aikikai mentre Saito Morihiro – linea nella parte alta della grafica – ereditò il ruolo di responsabile del dojo di Iwama (succedendo a O Sensei) e di Custode dell’Aiki Jinjia, il tempio dedicato all’Aiki, eretto dal Fondatore stesso poco distante dal dojo.

Saito Sensei rimase sempre all’interno dell’Aikikai e, in numerose occasioni, espresse la propria ritrosia alla definizione di una scuola separata “di Iwama”; nei primi anni del suo insegnamento dopo il 1969, gli allievi occidentali iniziarono ad utilizzare il termine Iwama-style per identificare il metodo e la sincerità di pratica – con e senza le armi – che caratterizzavano l’allenamento quotidiano nel dojo di Iwama qualora confrontati alla relativa morbidezza ed alla didattica – senza armi – dell’insegnamento all’Hombu Dojo dell’Aikikai (il cui stile veniva definito, per omologia, Hombu-style).

Sebbene Saito Sensei abbia sempre rifiutato l’appellativo di Soke – e altri analoghi identificativi quale capo-scuola, principalmente per rispetto all’organizzazione dell’Aikikai istituita da O Sensei – col tempo si arrese all’utilizzo sempre più costante di Iwama-ryu quale identificativo delle caratteristiche dell’Aikido praticato a Iwama, anche in relazione al programma di buki-waza.

Nel 1999 a Ueshiba Kisshomaru succedette il figlio Ueshiba Moriteru (1951-vivente), attuale Sandai Doshu dell’Aikikai.

Alla morte di Saito Morihiro nel 2002 succedette a Iwama il di lui figlio Saito Hitohiro, oggi Hitohira (1957-vivente), il quale mantenne per un breve periodo riservato al lutto i titoli di responsabile del dojo di Iwama e di Custode dell’Aiki Jinja.

Terminati i mesi di lutto, l’Aikikai – che era proprietaria del terreno e della struttura del dojo di Iwama – impose a Saito Hitohira Sensei di lasciare il dojo, cedere il titolo di Custode dell’Aiki Jinjia, “rientrare nei ranghi” quale uno dei molti insegnanti tecnici dell’Aikikai e smettere di conferire i diplomi di grado Iwama-ryu (specificatamente quelli relativi al programma di bukiwaza) il cui sistema era stato ereditato dal padre Saito Morihiro.

L’ultima clausola del dettato imposto dall’Aikikai non venne accettata da Saito Hitohira Sensei che, dopo pochi mesi, decise di uscire dall’Aikikai e dare vita ad una propria organizzazione indipendente, l’Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai (ISSASK), con sede nel proprio dojo personale, sempre a Iwama. L’organizzazione si propone di studiare e tramandare l’Aikido così come veniva praticato ed insegnato a Iwama dal Fondatore e preservato nei metodi, nella didattica e nell’essenza da Saito Morihiro Sensei. E’ questa l’essenza del Dentō Iwama Ryu Aikido, ovvero Aikido Tradizionale (nel senso originario di traditio, trasmissione) di Iwama come trasmesso dal Fondatore a Saito Morihiro, da lui al figlio Saito Hitohira e, quindi, al di lui figlio e futuro caposcuola Saito Morihiro Nidaime (Yasuhiro).

Parte seconda: il contesto italiano

La linea tratteggiata principale e centrale dell’infografica rappresenta la linea temporale con il suo progresso cronologico da sinistra verso destra, con particolare riferimento al contesto italiano che orbita (o ha orbitato) attorno alla scuola di Iwama.

Nel 1984 avvenne il primo soggiorno quale uchi-deshi (allievo residente) a Iwama di Paolo Nicola Corallini (1951-vivente) il quale, al proprio rientro in Italia, iniziò a trainare i praticanti italiani verso lo stile di Iwama. Tra questi Alessandro Tittarelli (1957-2018), il quale incontrò Saito Morihiro Sensei per la prima volta in Europa nel 1985.

Paolo Nicola Corallini diede vita all’Iwama Ryu Italy, organizzazione tra yudansha dello stile di Iwama.

Nel 1986 si recò a Iwama per la prima volta Giorgio Oscari, personalità carismatica di insegnante tecnico che molto diede al panorama aikidoistico italiano: la linea inferiore della grafica rappresenta lo sviluppo di quest’ultima famiglia aikidoistica, distintasi ben presto da quella coagulata attorno a Paolo Nicola Corallini.

Nel 1992 Giorgio Oscari si spostò dalla FILPJ (Federazione Italiana Lotta Pesi Judo, poi FILPJK e quindi FIJLKAM in seno al CONI) alla FESIK (Federerazione Sportiva Italiana Karate, poi FESIKeDA) costituendo nell’Italia degli anni ’90-2000 uno dei due poli di riferimento per l’Iwama-ryu di Saito Morihiro in seno all’Aikikai.

L’altro polo era costituito attorno a Paolo Nicola Corallini (e ad Alessandro Tittarelli che, dal 1992, si recava annualmente a Iwama per aggiornamenti tecnici) il quale divenne rappresentate e delegato di Saito Morihiro per l’Italia e per l’Europa centro-meridionale.

Alla morte di Saito Morihiro Sensei nel 2002, entrambi Paolo Nicola Corallini (linea superiore nella grafica) e Giorgio Oscari (linea inferiore nella grafica) proseguirono ad insegnare nel solco del lascito dell’Iwama-ryu del defunto maestro.

Dall’uscita di Saito Hitohira Sensei dall’Aikikai, Paolo Nicola Corallini Shihan scelse di non uscire dall’Aikikai e strutturò la propria organizzazione come Takemusu Aiki Association Italy (TAAI), nell’ambito della quale tuttora opera ed insegna in seno all’Aikikai.

Giorgio Oscari proseguì nella propria opera d’insegnamento, anch’egli dichiarandosi fedele al legato di Saito Morihiro, dapprima nell’ambito della FESIKeDA e, dal 2007, nella propria neonata Associazione Takemusu Aiki Giorgio Oscari (ATAGO).

Alessandro Tittarelli, invece, assieme ad altri Senpai internazionali già allievi di Saito Morihiro, decise di seguire Saito Hitohira Kaicho in seno alla nuova organizzazione Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai, indipendente dall’Aikikai.

Alessandro Tittarelli Shihan coagulò attorno a sé e strutturò un nuovo e nutrito gruppo di praticanti italiani in seno allo CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale, Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI) nel gruppo indipendente Dentō Iwama Ryu Italia.

Alla morte di Alessandro Tittarelli Shihan nel 2018, gli succedette quale responsabile tecnico nazionale del gruppo Alberto Boglio Shihan, attualmente nel ruolo.

@EnricoNeami