logoblogseido-300x80L’articolo originale Bokken, Bokuto, Daito, Tachi? Explanation! è stato pubblicato in lingua inglese su Seido Blog, dove è liberamente consultabile; quella che segue ne è una versione in lingua italiana a cura di Enrico Neami.


Bokken, Bokuto, Daito, Tachi? Spiegazione!

I vari vocaboli utilizzati in Giappone per le spade e per le spade di legno.

In Occidente la parola bokken è largamente utilizzata per fare riferimento alla spada di legno. In realtà in Giappone il termine più corretto è bokuto. Sebbene meno preciso, il giapponese prevede vocaboli come bokkenkidachidaitotachi. Vediamo quindi quali siano le differenze e quale sia l’origine di questi vocaboli.

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Una collezione di bokuto.

Bokuto

木, ki/boku > legno
刀, katana/to > katana

L’espressione più comunemente utilizzata in Giappone è bokuto – 木刀 – e significa, molto semplicemente, katana di legno. Questo è il vocabolo più adatto ad indicare una spada di legno che sia costruita per imitare una katana.

Bokuto è il termine più diffuso in Giappone ed è quello che si sente pronunciare praticamente in ogni occasione in cui si voglia fare riferimento ad una spada di legno.

 

Bokken

木, ki/boku/moku > legno (diventa “bok” in bokken)
剣, ken > spada

Il termine bokken è meno preciso di bokuto e significa, in generale, “spada di legno”. Potrebbe riferirsi ad una katana ma anche a qualsiasi altro tipo di spada.

Il termine bokken viene utilizzato in Giappone, ma il più delle volte per riferirsi a un bokuto, una katana di legno. Sebbene si accetti quasi come sinonimo di bokuto, non si sentirà molto spesso utilizzare questo termine dai giapponesi.

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Kidachi / Tachi

木, ki/boku/moku > legno
太, futoi, ta > grosso (diventa “da” in kidachi)
刀, katana, chi (è “chi” in kidachi)

Tachi fa riferimento ad una spada lunga almeno 2 shaku (60,6 cm / 23,8 pollici). Può essere considerata una sottocategoria di katana, anche se in realtà il tachi precede la katana. Era generalmente una spada più lunga, più leggera e con una curvatura più accentuata, portata principalmente dalla cavalleria, montata con la lama rivolta verso il basso.

Detto ciò, il termine tachi viene oggi utilizzato colloquialmente in Giappone per indicare una katana, indifferentemente dalla sua forma precisa.

Kidachi, naturalmente, significa tachi di legno. Sebbene questo termine sia poco comune in Giappone, lo si può sentire nominato in alcune Koryu.

tachi

 

Daito

大, dai. Tai > lungo/grande
刀, katana/to > katana

Il termine daito è una forma più generica per “spada lunga”. È solitamente utilizzato per riferirsi alla spada lunga in contrapposizione alla spada corta chiamata wakizashi o shoto  (小刀 > spada piccola/corta).

Daisho (大小) fa tradizionalmente riferimento alla coppia spada lunga/corta ed il vocabolo combina le due prime sillabe dei termini daitoshoto.

Il termine daisho è comunemente utilizzato degli artigiani che producono i bokuto, per un motivo meramente pratico: molte Koryu utilizzano la coppia di spade lunga e corta, come ad esempio il Niten Ichi Ryu o il Katori Shinto Ryu, etc. Si usa quindi dire, ad esempio, Niten Ichi Ryu Daito per la spada lunga e Niten Ichi Ryu Shoto per la spada corta.

 

Altri termini

Chokuto

Il chokuto (直刀) è una katana (刀) diritta (直).  Fino alla fine dell’Era Heian, il chokuto era chiamato pure tachi (大刀), utilizzando però un kanji differente rispetto a quello di tachi come descritto sopra. Il chokuto probabilmente fu il primo tipo di katana realizzato in Giappone, basato sui modelli di spada importati dalla Cina e dalla Corea. Il chokuto evolvette rapidamente in una versione maggiormente ricurva, molto più simile all’attuale katana; oggigiorno ne sopravvivono pochissimi esemplari.

Non c’è un termine preciso per indicare un chokuto di legno, si usa semplicemente dire, appunto, “chokuto di legno”. (E sì, viene prodotto in Giappone anche ai giorni nostri, se vi interessa potete richiedercelo via email!).

 

Shoto

Come si può vedere qui sotto, il termine shoto (小刀) viene utilizzato per le spade corte. Non esiste un vocabolo specifico che si riferisca ad una spada corta di legno. Un’espressione come kishoto (katana corta di legno), ad esempio, potrebbe esistere, ma non c’è. In giapponese si direbbe semplicemente shoto di legno, benché il fatto di utilizzare il termine shoto invece che wakizashi spesso implichi il riferimento alla versione in legno rispetto a quella in acciaio.

Il termine adatto ad indicare una vera spada corta è infatti wakizashi (脇差) che significa “spada infilata lateralmente”.

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Uchigatana

L’uchigatana (打刀) è la discendente del tachi. Il termine uchigatana veniva utilizzato per differenziare il vecchio tachi e la più recente uchigatana, appunto, ma una volta che l’uchigatana ebbe totalmente rimpiazzato il tachi (al punto che il tachi sopravvisse solamente come arma cerimoniale e non più come arma effettivamente utilizzata in combattimento), la parola uchigatana venne semplificata in katana, la spada che conosciamo oggi.

Un’uchigatana di legno è, di conseguenza, un bokuto (o, naturalmente, un bokken).

 

Nodachi (spada da campo) / Odachi (grande/spada)

Il nodachi (野太刀) e l’odachi (大太刀) sono più o meno la stessa cosa: una spada molto lunga che raggiunga almeno i 3 shaku (90 cm) di lama.

Non c’è un vocabolo specifico per un’odachi di legno. Nella bottega di un artigiano si richiederebbe semplicemente un’odachi di legno, o un bokuto molto lungo o un bokuto “tipo odachi“.

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Nagamaki

Il nagamaki (長巻) è una spada molto lunga con una tsuka (impugnatura) che copra più o meno la metà della lunghezza complessiva. Naga (長) significa “lungo” e maki (巻) “avvolgimento”, in riferimento alla fettuccia che avvolge la tsuka. Nagamaki cioè significa “lunga fasciatura”, o “lunga tsuka“.

Il nagamaki è un’arma molto antica che viene utilizzata ai giorni nostri solamente in poche Koryu. I nagamaki di legno vengono chiamati semplicemente nagamaki o mokusei nagamaki (nagamaki in legno, appunto).

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Per concludere

L’ambito semantico legato in lingua giapponese alle armi ed alla guerra è molto vasto e molteplici termini spesso definiscono il medesimo oggetto. Creando un po’ di confusione, il significato delle parole si è evoluto con il tempo e, ad esempio, una vecchia Koryu potrebbe utilizzare un termine con il suo significato antico in riferimento ad un’arma specifica, mentre un Ryu moderno o una scuola di Budo potrebbe adoperare lo stesso vocabolo per indicare un’arma completamente differente.

Generando ancor più confusione, due parole con la stessa identica pronuncia possono essere scritte con kanji differenti e, quindi, indicare due oggetti totalmente distinti. 太刀 e 大刀 sembrano molto simili ed entrambi vengono pronunciati “tachi“; avete però notato la leggera differenza nel primo kanji? Il primo dei due fa riferimento alla spada lunga fortemente curvata cui si è fatto riferimento all’inizio di questo articolo, mentre il secondo è il vocabolo utilizzato per riferirsi al chokuto fino alla fine dell’Era Heian. Per complicare le cose, 大刀 può essere letto “tachi“, cioè il vecchio termine per chokuto, o “daito” che, se pronunciato daito, appunto, si riferisce semplicemente a una katana (o uchigatana, poiché entrambe le parole fanno riferimento alla stessa arma).

Quindi come se ne esce?

In realtà i praticanti giapponesi non teorizzano così tanto: apprendono il gergo specifico del loro gruppo e si adattano ad esso.

Quindi chiamate pure bokuto un bokken se siete abituati così e se la persona a cui vi rivolgete sa a cosa vi state riferendo, che è poi ciò che importa.

@EnricoNeami