wpUn batterio zombie riemerso dai ghiacci del permafrost siberiano ha seminato la morte nella Russia del nord, costringendo le autorità ad isolare in quarantena parte della regione autonoma dello Yamal, ove è stanziale oggi un’antica popolazione nomade. Non si tratta della trama dell’ultimo blockbuster catastrofico sfornato dagli Studios di Hollywood, ma della tragica ed attualissima conseguenza dello scioglimento dei ghiacci artici.

L’articolo originale Anthrax sickens 13 in western Siberia, and a thawed-out reindeer corpse may be to blame di Ben Guarino è stato pubblicato in lingua inglese il 28 luglio 2016 sul sito The Washington Post ed è liberamente consultabile all’indirizzo www.washingtonpost.com.

Ne segue una traduzione in lingua italiana a cura di Enrico Neami.

L’antrace colpisce 13 persone nella Siberia occidentale. La colpa forse di alcune carcasse di renna emerse dai ghiacci.

Prima un’ondata di caldo eccezionale ha colpito la Siberia, poi è arrivato l’antrace.

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Bacillus Anthracis

Quest’estate le temperature sono salite molto nella tundra dello Yamal russo, quest’estate. Alcune provincie della Siberia hanno infatti registrato un innalzamento sopra la media di una decina di gradi Fahreneit. Nella pianura sono comparse macchie di vegetazione sopra il permafrost in discoglimento, grazie forse a sacche di metano o, più probabilmente, acqua. Si sono registrati incendi nelle praterie secchie della Russia.

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La regione autonoma dello Yamal-Nenets, in Siberia occidentale.

Uno dei sintomi più inusuali dell’inspiegabile riscaldamento è stato quello che batteri a lungo dormienti sembrano essere tornati attivi. Per la prima volta dal 1941 l’antrace ha colpito nuovamente la Siberia occidentale. Il Siberian Time riporta che 13 nomadi dello Yamal, tra i quali quattro bambini, sono stati ospedalizzati. Il batterio ha avuto un impatto ancor più serio sull’ecosistema, avendo colpito almeno 1500 renne sino a questa domenica.

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Allevatore nomade di etnia Nenet con una renna siberiana.

Secondo quanto riferito da NBC news, ciò sarebbe da far risalire alla carcassa di una renna morta nell’epidemia di 75 anni fa. Non appena la vecchia carne è riemersa dai ghiacci, i batteri sono ritornati subito attivi. La malattia si è diffusa rapidamente tra i branchi di renne, imponendo immediatamente lo spostamento di dozzine di elementi della comunità indigena Nenet. Ora gli allevatori nomadi dovranno sottostare ad una quarantena che potrebbe durare sino a settembre.

Il Governatore Dmitry Kobylkin ha dichiarato lo stato di emergenza. Martedì scorso Kobylkin ha dichiarato che ogni misura è stata presa per isolare l’area, secondo quanto riportato da AP.  “Ora la cosa più importante sono salute e sicurezza dei nostri compatrioti, gli allevatori nomadi e gli specialisti della quarantena”.

Emblema_del_KGBEpidemie di antrace sono esplose in Russia numerose volte, inclusa quella originata nel 1979 da un incidente in un impianto militare.  [Nel 1979 la città di Sverdlovsk, a est della catena degli Urali, fu il centro di una grossa epidemia di antrace. Le stime ufficiali delle autorità sovietiche ammisero il decesso di centocinque civili per carbonchio da inalazione, ma secondo l’ex-direttore e delegato al reparto di Biologia dell’ospedale di Sverdlovsk, Kanatjan Alibekov, le vittime dell’epidemia furono molto superiori. Ovviamente i dati di Alibekov non sono supportati da documentazione, dato che il KGB mise sotto controllo l’ospedale della cittadina, facendo sparire la maggior parte dei rapporti ospedalieri e le annotazioni mediche. Per molti anni la spiegazione ufficiale del governo, ritenuta subito poco credibile, fu che le vittime avevano mangiato inconsapevolmente carne infetta. Solo nel 1992 il presidente russo Eltsin ammise che si era trattato di un incidente, uno spargimento accidentale di spore del carbonchio da un centro di ricerca scientifica della zona. L’incidente di Sverdlovsk aumentò i sospetti occidentali sull’esistenza di un programma segreto sovietico per la produzione di armi biologiche. N.d.T.] Nel sud dello Yamal l’antrace compare raramente quando un’infezione si diffonde tra i bovini: si è registrato un decesso derivante da questa forma di esposizione ad esempio nel 2012.

Batteri zombie che riemergono con vecchie carcasse possono sembrare materia per un episodio di “X-Files”. Purtroppo la realtà non è molto lontana dalla finzione cinematografica.

Per esempio, i batteri dell’antrace sono microbi molto resistenti. Come ha avuto modo di spiegare il batteriologo George Stewart nel Missouri nel 2014, l’organismo di questi batteri muta in spore quando esposto al freddo. Quindi le spore possono attendere per periodi molto lunghi in attesa che le temperature risalgano; raggiunto un certo livello, esse mutano nuovamente in uno stato molto più mobile ed infettivo.

Nel Missouri l’antrace tende ad essere più pericoloso per gli allevatori che per i consumatori. “E’ più di una minaccia, se siete delle mucche” aveva detto Stewart alla gente del Missuri. “Le mucche vengono uccise dall’antrace quando ingoiano le spore mentre ruminano nei prati o bevendo l’acqua nelle pozze, o in quel genere di occasioni”.

logo_ruNel nord della Russia, in ogni caso, la situazione è differente. Se venisse confermato il legame tra le vecchie carcasse di animali e l’epidemia di antrace, prenderebbe corpo la teoria sull’antrace che era stata discussa per anni in ambito accademico. Nel 2011 due ricercatori dell’Accademia delle Scienze Russa avevano scritto un articolo per il giornale del Global Health Action ipotizzando le condizioni necessarie per il riapparire dell’antrace in Yakuzia, la regione nell’est dello Yamal in cui ci sono 200 siti di sepoltura delle greggi di bovini che morirono nell’epidemia di molti anni fa.

Facendo riferimento ad un precedente lavoro del 2007, essi stimavano che le spore di antrace potessero rimanere vitali nel permafrost per almeno 105 anni. Sepolti ad una profondità maggiore, i batteri potrebbero rimanere ibernati per un periodo ancora maggiore di tempo. Nello stesso tempo, i dati metereologici, ove disponibili, indicavano un incremento della temperatura in Yakuzia.

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Come conseguenza dello scioglimento del permafrost, i vettori d’infezione del 18° e 19° secolo potrebbero riapparire”, avvisavano gli scienziati, “in particolare nei pressi delle zone cimiteriali ove vennero inumate le vittime delle epidemie”. Avevano concluso che le fosse di sepoltura degli animali andrebbero monitorate, e “l’autorità pubblica dovrebbe mantenere uno stato di allerta permanente”.

I microbi di antrace non sono i soli batteri celati nel permafrost che hanno fatto rizzare i peli sul collo agli studiosi di scienze ambientali. Come ha scritto il geologo dell’Università della Florida Thomas S. Bianchi su Conversation nello scorso ottobre (leggi), il riscaldamento dell’artico procurerà maggior quantità di materia organica da consumare per i batteri adatti al clima rigido. Anche se si tratta di materia organica antica, sembra che essa potrà essere adatta per la digestione dei batteri moderni. Consumando il permafrost, i microrganismi emetteranno diossido di carbonio, che andrà ad aggiungersi ai gas serra già presenti nell’atmosfera.

tass_logo_share_enSullo stesso tema anche l’agenzia di stampa russa TASS era intervenuta il 5 agosto scorso, pubblicando l’articolo in lingua inglese Experts: Anthrax outbreak in Yamal is first sign Arctic may be in danger, di cui segue la traduzione in lingua italiana a cura di Enrico Neami.

Mosca/Novosibirsk, 5 agosto. L’epidemia di antrace nella penisola russa dello Yamal di quest’estate, derivante da condizione climatiche inusualmente temperate, potrebbe essere seguita da episodi analoghi nelle regioni confinanti. Il riscaldamento globale è in grado di scatenare più episodi epidemici differenti, i cui agenti patogeni sono rimasti preservati nello strato di permafrost per secoli, hanno asserito i microbiologi ed i climatologi in una video conferenza alla TASS venerdì scorso.

Il direttore dell’Istituto per lo Studio del Cambiamento Climatico Globale e per l’Ecologia del Servizio di Osservazione Climatica Federale Rosgidromet e dell’Accademia delle Scienze russa Sergey Smyonov ha rimarcato come il luglio 2016 sia stato il mese più caldo da quando siano iniziate le rilevazioni climatiche sistematiche. In molte zone artiche della Russia, incluso lo Yamal, dove è esplosa l’epidemia di antrace, la temperatura dell’aria ha raggiunto a volte più di 30 gradi centigradi, cosa mai avvenuta nell’estremo nord.

Il professor Valery Malilin, dell’Univeristà Idrometereologica russa di Stato di San Pietroburgo, concorda che il riscaldamento globale nell’artico è un problema serio. In alcune aree all’interno del circolo polare artico, il cambiamento climatico è 3-4 volte più rapido che in altre aree. Le pesanti inondazioni degli ultimi anni sono un altro aspetto importante dello stesso problema.

Il cambiamento climatico nell’artico non è foriero solamente di calamità naturali. Il vicedirettore dell’Istituto per gli Studi sul Permafrost dell’Accademia Russa delle Scienze, Mikhail Grigoriev, ricorda che l’usuale tasso di scongelamento nella regione della Yakuzia è di 0,30-0,60 metri all’anno, mentre quest’anno ha superato il metro.

La roccia ed il terreno che formano la penisola dello Yamal contiene molto ghiaccio. Lo scioglimento potrebbe liberare il terreno piuttosto rapidamente, così è molto alta la probabilità che le vecchie fosse di sepoltura delle mandrie possano ritornare in superficie. Alcune fosse scavate nel passato potrebbero essere appena a tre metri di profondità, coperte da uno strato davvero sottile di terra. Le spore del morbo stanno per essere liberate” ha affermato Grigoriev.

NSUIl membro associato della Accademia Russa delle Scienze Sergey Netesov avverte che ci sono centinaia di queste fosse comuni per animali in Russia e molte di esse si trovano nel Circolo Polare Artico. L’antrace è un morbo che era conosciuto da secoli e i metodi per resistergli efficacemente erano stati ideati molti anni fa all’epoca dell’Impero di Russia. I siti di sepoltura degli animali domestici infetti vennero recintati ed isolati per prevenire delle ricadute. Ma le spore dell’antrace possono resistere centinaia di anni, dice Netesov, il capo del laboratorio di bionanotecnologia, microbiologia e virologia del Dipartimento di Scienze Naturali dell’Università Stato di Novosibirsk.

Le aree sono state bloccate, è stata una cosa automatica. Ma nella mia regione, Novosibirsk, ci possono essere temperature dell’aria di 40 gradi sotto zero d’inverno e di 40 gradi sopra lo zero in estate. In un clima come questo le staccionate di legno non possono durare a lungo. Nel frattempo i pascoli abbandonati iniziano a sembrare molto buoni e, a un certo punto la popolazione dimentica che quelle erano aree interdette al bestiame”, ha detto Netesov ai media.

Negli ultimi anni le staccionate attorno alle fosse degli animali sono state rinnovate, ma ciò che è successo nel frattempo non è dato di sapere. Gli specialisti sono riusciti a mettere insieme i pezzi delle mappe di diffusione delle epidemie degli ultimi secoli solo parzialmente. Le fosse piene di animali non censite in Russia potrebbero essere troppo numerose per essere contate. Nel permafrost del terreno le spore si sono preservate molto bene. Con il clima temperato è alto il rischio che le aree artiche della Siberia possano dover fronteggiare nuovamente le epidemie di antrace.

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La carcassa di una renna nella neve siberiana.

Il Permafrost non cela solamente le spore dell’antrace ma agenti patogeni di molte altre malattie che sembravano essere state debellate per non tornare mai più. “Ancora negli anni 90 dell’Ottocento vi furono delle epidemie rilevanti di vaiolo. C’era una città in cui quasi il 40% della popolazione morì. Naturalmente i corpi vennero seppelliti sotto lo strato superiore di permafrost nell’argine del fiume Kolyma. Oggi, poco più di cent’anni dopo, l’acqua del Kolyma ha iniziato ad erodere quegli argini” ha detto il vicedirettore delle ricerche all’Istituto per i Problemi Biologici della Criolitozona nella sezione siberiana dell’Accademia delle Scienze, Boris Kershengolts.ibpc

Netesov ha detto che gli specialisti del Centro Virologico e Biotecnologico di Novosibirsk hanno condotto delle ricerche nella zona. Le salme che hanno avuto modo di studiare presentavano delle piaghe simili a quelle che possono essere causate dal vaiolo. In ogni caso il virus non è stato isolato, solo alcuni frammenti del suo DNA.

Questo tipo di ricerche dovrebbe proseguire. L’esame di sepolture più profonde potrebbe aiutare a chiarificare la situazione”, ha detto Netesov.

Netesov spera che l’epidemia di antrace nello Yamal porterà a prendere molto più sul serio le misure preventive contro le infezioni pericolose.

L’emergenza nello Yamal è una ragione sufficiente per finanziare le ricerche nel campo della diagnostica e nella prevenzione delle infezioni eccezionalmente pericolose”, ha detto.

Complessivamente 96 persone, inclusi 50 bambini, sono stati evacuati dall’area infettata dall’antrace.

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Dodici nomadi sono risultati positivi al test per l’antrace. Il 1 agosto un ragazzo di 12 anni è morto a causa della variante gastrointestinale della malattia. Il distretto dello Yamal della regione autonoma Yamal-Nenet è stato posto in quarantena dal 25 luglio. Il morbo ha già ucciso 2.300 renne.

Le autorità locali hanno incolpato per l’epidemia il caldo estivo. Le temperature nello Yamal sono state inusualmente alte, talvolta persino 35 gradi Celsius, per un mese intero e le spore dormienti dell’antrace siberiano si sono risvegliate.

@EnricoNeami