Di seguito la versione in lingua italiana a cura di Enrico Neami dell’articolo in lingua inglese Kashima Shinto-ryu di Mike Skoss.
L’articolo, apparso per la prima volta su Aiki News n.1, vol. 21- (C) Mike Skoss, 1993, è consultabile in lingua originale su www.koryu.com
Il corredo foto-iconografico e multimediale, con le relative didascalie, sono stati aggiunti da Enrico Neami per chiarificare o esemplificare alcuni concetti o termini e non è parte dello scritto originale di Skoss.
A volte è veramente difficile capire a chi o cosa credere quando coloro che sono in posizione di conoscenza, non sanno o non vogliono fornire informazioni precise.
È ciò che accadde, ad esempio, quando iniziai a chiedere ai miei insegnanti ed ai miei senpai circa le origini e sulle influenze storiche che si registrarono nello sviluppo dell’aikido.
Generalmente il Daito Ryu jujutsu veniva considerato la base per le tecniche disarmate ma le tecniche con le armi che generalmente vengono presentate, venivano fatte derivare dalle più svariate fonti.
La maggior parte delle persone con cui ho avuto modo di parlare ritenevano che le tecniche di spada derivassero dal Yagyu ryu o dallo Yagyu Shinkage-ryu e che l’uso del bastone derivasse dallo Hozoin ryu. Un piccolo gruppo di persone invece enfatizzava il fatto che tutte le tecniche dell’aikido fossero un invenzione del Fondatore, Morihei Ueshiba.
Dopo aver iniziato lo studio del Kobudo (le arti marziali tradizionali) ed aver cominciato a familiarizzare con le caratteristiche di molte delle differenti Koryu (le tradizioni marziali classiche, scuole o stili) rimasi molto sorpreso nel constatare come le sequenze di movimenti con le armi più spesso associate all’aikido di Ueshiba richiamassero quelle del Kashima Shinto-ryu. In tutte le conversazioni che ebbi modo di affrontare con gli istruttori e le persone nei dojo che visitai, non ho mai sentito menzionare questa scuola: le persone con cui ho parlato hanno ammesso la loro ignoranza oppure negato ogni sorta di connessione ed io non ho mai ottenuto una spiegazione soddisfacente.
Poco dopo che ebbi sollevato la questione, nel 1978 o nel 1979, visitai il dojo dell’ultimo Koichiro Yoshikawa, 64° caposcuola del Kashima Shinto-ryu. Molto gentilmente egli rispose a molte delle domande sulla storia e sulle tecniche della scuola. Inoltre egli mi mostrò un registro risalente a prima della II guerra mondiale con i nomi di tutte le persone che aderirono al Kashima Shinto-ryu ed effettuarono il Keppan (letteralmente il sigillo del sangue, ovvero la firma dell’adesione alla scuola sigillata con il proprio sangue quale pegno di sincerità e serie intenzioni).
Immaginate? Uno dei nomi in quel registro era quello di Morihei Ueshiba, vicino a quello di Zenzaburo Akazawa, suo allievo. Mi venne raccontato che un certo numero di persone dal Kobukan, incluso Ueshiba, studiarono (lì) per alcuni anni.

Ancora una volta, quando sollevai la questione dell’influenza del Kashima Shinto-ryu sull’aikido, molti praticanti di aikido, incluso uno degli istruttori più anziani dell’Aikikai, ribadirono con forza che mi stavo sbagliando. L’unica contro-risposta che potevo fornire era che a) sapevo leggere e b) avevo visto quei registri con i miei occhi (si può discutere con il proprio insegnante o con i propri senpai in inglese [in un contesto europeo, n.d.t.] ma ciò è praticamente impossibile in un contesto giapponese).
Successivamente menzionai tutto ciò a Stanley Pranin, editore di Aiki News, ed egli ha quindi puntualizzato questo e molti altri dettagli sinora inediti sulla pratica di Morihei Ueshiba nell’ambito delle arti marziali tradizionali e sull’influenza delle Koryu sullo sviluppo dell’aikido moderno. In ogni caso rimane da fare ancora un gran lavoro in tal senso.

Il Kashima Shinto-ryu è una delle tradizioni [marziali, n.d.t.] più antiche in Giappone. I suoi membri fanno risalire la storia del ryu di più di seicento anni a Kuniazuno Mabito, considerandolo shiso, o progenitore, dell’Ichi no Tachi originale o Kashima no Tachi. Persino datando la storia di questa tradizione al tempo di Tsukahara Bokuden (nato nel 1489), che è considerato dai membri di questa Shinto-ryu il vero ryuso (fondatore), c’è una linea diretta di trasmissione che dura da più di cinque secoli.
Kuniazuno Mabito era un avo diretto di Bokuden. Egli era stato nominato custode, o guardiano, del Gran Tempio di Kashima. Una delle sue responsabilità era quella di mantenere l’ordine all’interno dei recinti del tempio (proprietà feudale sarebbe il termine più opportuno: il tempio è grande oggi ma allora consisteva in una delle maggiori proprietà e i proprietari terrieri della regione esercitavano un potere proporzionale). Famoso spadaccino, Mabito strutturò un vasto corpus di tecniche ed esercizi d’allenamento, addestrando numerosi allievi che avrebbero servito come guardie del Tempio. I suoi discendenti sarebbero stati gli Yoshikawa Urabe, che servirono sia come sacerdoti divinatori che come custodi del Tempio e loro compito ereditario divenne anche quello di provvedere alla sicurezza armata del Tempio stesso. Bokuden nacque in questa famiglia, divenendo successivamente uno yoshi, o sposo adottivo del clan Tsukahara.

Bokuden viene spesso indicato anche come un kensei. Tradotto alla lettera, il termine indica un “santo con la spada” ma, più propriamente, uno spadaccino che ha trasceso il mero piano fisico delle tecniche ed ha penetrato il vero segreto della Via della spada e la cui arte, ormai, è elevata verso un piano spirituale assai più alto. Bokuden apprese il Katori Shinto-ryu dal proprio padre adottivo e successivamente perfezionò le proprie capacità intraprendendo un musha shugyo (addestramento ascetico del guerriero) viaggiando per il Giappone ed allenandosi con i più abili e rinomati esponenti marziali di quel tempo. Successivamente egli sistematizzò l’insegnamento delle arti marziali locali nell’area di Kashima. Dopo aver ricevuto un’inspirazione divina da Takemikazuchi no Kami, la divinità del Tempio di Kashima, “kokoro arata ni koto ni atare” (mantenendo la mente del principiante/si ottiene successo in qualsiasi cosa), Bokuden unì le due caratteristiche in una nuova e si affermò, assegnando un nome formale alla propria scuola a partire dal nome del Tempio: Kashima Shinto-ryu.


Il Kashima Shinto-ryu venne formato nel periodo Sengoku Jidai (periodo degli stati belligeranti) quando l’intero paese era oggetto di una serie di guerre tra signori feudali in lotta per il controllo politico e militare. Le sue tecniche naturalmente derivano dall’esperienza maturata sul campo di battaglia e riflettono le modalità di combattimento con le armature del periodo, domaru e gusoku yoroi. I movimenti sono orientati contro i punti deboli o le aperture delle armature, nella fattispecie verso la parte interna delle braccia e delle gambe e nell’area tra la corazza e la gorgiera. Molte delle tecniche comprendono atemi, cioè colpi con il fondo o con il manico dell’arma, per stordire, ferire o immobilizzare l’avversario.

I movimenti concepiti per combattere in armatura sono ampi ed apparentemente lenti; le tecniche per combattere vestiti con l’abbigliamento normale o con protezioni minime vennero concepiti in un periodo successivo e sono più corti, veloci e sottili e puntano ad un gran numero di bersagli sul corpo dell’avversario. L’allenamento si concentra sulla spada ma include la lancia, il bastone e l’alabarda.

In senso generale, i kamae (posizioni di combattimento) nel Kashima Shinto-ryu sono profondi, con i piedi posizionati larghi ed il corpo in qualche modo abbassato (mi wa fukaku atae).
Ciò assicura una base stabile e solida per il movimento in campo aperto ed aiuta ad effettuare movimenti potenti. L’intenzione, o guardia mentale, del praticante di Kashima Sinto-ryu è aggressiva (kokoro wa itsumo kakari nite ari) ma il corpo viene impostato in modalità vigile, senza brandire la spada verso il nemico (tachi wa asaku nokoshite).
Sia esponendosi leggermente per provocare un attacco, che sondando l’abilità fisica e mentale dell’avversario (saguriuchi), è possibile sconfiggerlo sfruttando i suoi punti deboli.

L’omote no tachi comprende dodici tecniche da eseguire con dei bokken diritti, come se si fosse in armatura. Il primo di questi esercizi, ichi no tachi, è quasi identico all’esercizio che porta lo stesso nome insegnato da Morihiro Saito. Ni no tachi nel Kashima Shinto-ryu presenta svariati elementi in comune con la sequenza d’allenamento di Saito Sensei, così come accade anche per san no tachi, anche se in ogni caso ci sono un certo numero di differenze. Io ritengo che le differenze riflettano gli insegnamenti che Saito ricevette da parte di Ueshiba, e che siano legati allo scopo dell’allenamento con la spada nell’aikido rispetto a quello della scherma classica.
In ogni caso fu l’osservare l’omote no tachi waza del Kashima Shinto-ryu che destò il mio interesse circa le connessioni tra la tradizione classica e lo sviluppo dell’aikido.
Oltre all’omote no tachi, c’è poi un totale di diciassette tecniche nel chu gokui. Pur essendo possibile eseguirle con il bokuto, di solito esse vengono eseguite con il fukuro shinai, una spada da allenamento costruita con del bambù tagliato e trattenuto da una sacca di pelle o tela.

Quest’arma consente a chi si allena di sperimentare l’allenamento applicato con maggior sicurezza, poiché i colpi con lo shinai non causano ferite serie. La maggior parte delle tecniche prevedono l’allenamento contro i colpi di un altro spadaccino, ma molte di esse comprendono anche risposte ad attacchi di lancia e di alabarda. Il kojo okui jukka no tachi è una serie di dieci tecniche eseguite con entrambe la spada lunga e quella corta, ciascuna singolarmente o entrambe assieme, da effettuarsi utilizzando le spade in metallo. Se le spade sono vere, con le lame affilate, esse possono essere chiamate habiki; nella pratica, in ogni caso, si utilizzano molto spesso spade senza filo (mugito).
Tonomono tachi è una serie di dodici tecniche che si concentrano sugli aspetti sottili e sui principi dell’arte della spada. Ci sono otto kata di bojutsu che forniscono all’allievo del Kashima Shinto-ryu una base solida nell’utilizzo del rokushakubo (bastone da sei shaku).
La parte di sojutsu (lancia) del programma prevede più di trenta esercizi e include tecniche con e contro il kamayari (la lancia uncinata, la lancia con la testa a croce) e la naginata (alabarda), così come il bajo sojutsu (l’utilizzo della lancia mentre si monta a cavallo).

Infine ci sono ventisei battojutsu, o tecniche di taglio con la spada, che comprendono semplici tecniche per estrarre e tagliare, destreggiarsi con più avversari o con attacchi a sorpresa.
Attualmente l’allenamento ha luogo una sola volta alla settimana durante la gran parte dell’anno. In gennaio, nel periodo più freddo dell’inverno, in ogni caso, l’allenamento ha luogo quotidianamente. L’età degli studenti spazia dagli adolescenti agli uomini sull’ottantina. Come è d’uso nella maggior parte dei Koryu, vengono consegnati dei certificati piuttosto che i gradi (dan). Essi indicano il livello di abilità raggiunto ed il curriculum complessivo che il singolo praticante ha maturato. Il permesso di insegnare viene concesso solo dopo aver raggiunto un certo livello e solamente con l’autorizzazione esplicita del capo scuola. Attualmente quattro persone dall’Inghilterra si sono unite alla scuola e si sono allenate per un periodo considerevole di tempo prima di rientrare in Europa. I praticanti di aikido interessati ad imparare di più circa le origini tecniche della loro arte dovrebbero vagliare la possibilità di studiare questa tradizione [marziale] classica.
Meik Skoss
Meik Skoss ha iniziato a praticare arti marziali a Los Angeles nel 1966. Nel 1973 si spostò in giappone per proseguire il proprio studio nell’aikido. Dopo essersi trasferito a Tokyo nel 1976, Skoss ha iniziato lo studio dello Shinto Muso-ryu jo sotto la guida di Shimizu Takaji, Toda-ha Buko-ryu naginatajutsu con Muto Mitsu e Tendo-ryu naginatajutsu sotto Sawada Hanae. In quel periodo ha iniziato a lavorare con Donn F. Dreager e ad accompagnare il noto archeologo sperimentale nei suoi viaggi nel sudest asiatico. Nel 1979 ha iniziato lo studio dello Yagyu Shinkage-ryu heiho/kenjutsu e Yagyu Seigo-ryu battojutsu sotto il mestro caposcuola di ventunesima generazione diretta Yagyu Nobuharu Toshimichi. Ha anche praticato judo, t’ai chi ch’uan, Goju-ryu karatedo e sta attualmente studiando jukendo e atarashii naginata.
Un diploma universitario in educazione fisica, Skoss detiene i gradi di 5 dan Zen Nihon Kendo Renmei jodo, 5 dan jukendo, 4 dan aikido (Aikikai), 3 dan tankendo, 2 dan atarashii naginata, l’okuden mokuroku e diploma shihan del Toda-ha Buko-ryu ed il menkyo del Sinto Muso-ryu jojutsu.
Parla fluentemente il giapponese ed è in possesso di una fornitissima biblioteca sulle arti marziali con testi in inglese e giapponese ed è uno dei molti archeologi sperimentali che proseguono il lavoro di Donn F. Dreager. Ha viaggiato per il Giappone visitando molte Koryu ed altrettanti dojo di budo moderno, raccogliendo informazioni sulle arti marziali giapponesi. Risiede nel New Jersey e conduce un dojo assieme alla moglie. Serve anche come volontario nella locale squadra di soccorso.