Un vasto impianto sotterraneo segreto risalente alla seconda guerra mondiale è scoperto nelle scorse settimane in Austria a St. Georgen an der Gusen.
Secondo il team di ricercatori, il sito – uno dei più imponenti complessi per la produzione di armi segrete di tutto il III Reich – era parte integrante dell’avanzato programma nucleare di Hitler.
Ciò confermerebbe le voci e gli indizi, poco noti, sull’effettiva consistenza degli studi nazisti nell’ambito del nucleare e delle armi atomiche, forse assai più progrediti rispetto a quanto generalmente si creda.
Testimonianza diretta di un esperimento con una “bomba sporca” ci viene, ad esempio, dalle testimonianze di Luigi Romersa (L. Romersa, “Le Armi Segrete di Hitler”, Mursia, ISBN 9788842534327) ma la grande storiografia ha sempre snobbato tali evidenze, probabilmente in favore di una certa riservatezza sul reimpiego degli scienziati “nazisti” nei progetti atomici ed aerospaziali americani e russi.
Di seguito la mia traduzione dall’inglese di un interessante articolo del 19 dicembre 2014 del quotidiano “The Times of Israel”, leggibile in originale qui: www.timesofisrael.com
Il più grande complesso segreto nazista per le armi di distruzione di massa scoperto in Austria.
L’elevato livello di radioattività riscontrato nei pressi della struttura sotterranea rafforza le ipotesi sugli esperimenti nucleari tedeschi.
Una vasta struttura segreta nazista per la produzione di armi, che si ritiene fosse stata progettata e realizzata in previsione della produzione di armi atomiche e di altre armi di distruzione di massa, è stata scoperta in Austria.
Ora gli studiosi si chiedono se il generale delle SS che supervisionò la realizzazione della struttura sia stato trasferito negli Stati Uniti al termine del secondo conflitto mondiale per aiutare il progetto nucleare americano.
La grande struttura per la produzione di armi è stata scoperta la scorsa settimana nei pressi di St. Gerogen a.d. Gusen da una squadra di ricercatori diretta dal produttore di documentari Andreas Sulzer, il quale ha dichiarato che “si tratta probabilmente del più grande complesso segreto per la produzione di armi del III Reich”. Il complesso industriale, che si estende per una superficie di 75 acri, è situato a poca distanza di un secondo complesso sotterraneo, secondo quanto ha riportato il Sunday Times di Londra, la fabbrica “B8 Bergkristall” dove vennero assemblati al termine del secondo conflitto mondiale i velivoli Messerschmitt Me 262, i primi aerei che abbiano operato al mondo con la propulsione jet.

L’esistenza dell’impianto era menzionata nei diari di un fisico che lavorò ai progetti di produzione nazisti e Sulzer è riuscito ad individuarla grazie alla tecnologia radar di indagine sotterranea. La sua squadra ha dovuto rimuovere molti strati di terra e materiale granitico con il quale i nazisti avevano sigillato gli ingressi dei tunnel.
“Documenti declassificati dell’intelligence e testimonianze dirette di testimoni hanno aiutato ad identificare il sito degli ingressi”, ha riportato il Times. I lavori di scavo sono stati sospesi nel corso della scorsa settimana per ordine delle autorità locali, che hanno richiesto nuovi permessi per consentire il proseguio dei lavori ma si pensa che gli scavi potranno riprendere il prossimo mese.

“Precedenti ricerche rincontrarono elevati livelli di radioattività nei dintorni di St. Georgen, apparentemente dando credibilità alle ipotesi di lunga data circa gli esperimenti con armi atomiche eseguiti da parte degli scienziati del III Reich nella zona, che all’epoca era sotto l’esclusiva giurisdizione delle SS” ha riportato il Times.
Il Times ha anche citato Rainer Karlsch, uno storico che lavora assieme a Sulzer: “I vertici delle SS … puntavano a creare una combinazione di missili e armi di distruzione di massa. Intendevano dotare il razzo A4 (una variante delle V-2), o armi ancor più avanzate, con gas venefici, materiale radioattivo o testate nucleari”.
“L’impianto, così come la struttura del Bergkristall, si appoggiava sul lavoro coatto dei prigionieri del vicino campo di sterminio di Mauthausen-Gusen” ha aggiunto il Times. “Si ritiene che più di 320mila prigionieri abbiano perso la vita per le condizioni inumane di lavoro in quel labirinto sotterraneo”.
“Prigionieri da tutti i principali campi d’Europa vennero trasferiti lì per le loro specifiche competenze – fisici, chimici o altri esperti – per lavorare su questo mostruoso progetto” ha dichiarato Sulzer al quotidiano inglese “ed è doveroso nei confronti delle vittime proseguire i lavori, aprire definitivamente il sito e scoprire finalmente la verità”.
Sulzer, i cui studi sono parzialmente finanziati dalla rete televisivia pubblica tedesca ZDF, sta anche cercando di scoprire cosa sia accaduto del generale delle SS Hans Kammler che condusse gli sviluppi del progetto, riportando direttamente al capo delle SS Heinrich Himmler.

“Kammler era a capo del programma missilistico di Hitler, comprese le V-2 che vennero lanciate su Londra nell’ultimo periodo della guerra. Era conosciuto come un comandante brillante quanto spietato, che aveva siglato i progetti per le camere a gas ed i crematori del campo di sterminio di Auschwitz nel sud della Polonia” ha riportato ancora il Times. “Voci insistenti riportano che egli venne catturato dagli americani che gli fornirono una nuova identità dopo la guerra”.
Nel dopoguerra, nel corso dell’Operazione Paperclip, circa 1.500 tecnici ed ingegneri della Germania nazista e di altri paesi dell’Asse – che si riteneva potessero contribuire ai progetti militari americani e le cui competenze non si voleva cadessero nelle mani dei russi – vennero trasferiti in America. Era previsto che gli attivisti ed i supporter del partito nazionalsocialista venissero esclusi dal progetto ma questa restrizione venne spesso aggirata e il “reclutamento” coinvolse anche lo studioso di missilistica Wernher von Braun, figura centrale del progetto missilistico nazista.
Si ritiene che Kammler abbia vissuto nel complesso di St. Georgen e che si stato catturato dall’esercito americano in quel quartier generale nel maggio 1945.
“Ufficialmente Kammler si suicidò al termine della guerra. Ma secondo John Richardson, e sulla base di documenti declassificati del Counter Intelligence Corps (CIC), egli venne interrogato dal padre di Richardson e trasferito in America nell’ambito dell’Operazione Paperclip” ha scritto il quotidiano. Donald Richardson lavorava per l’Office of Strategic Services (OSS), il predecessoree della CIA.

la bomba atomica la creata lui per gli americani