Un accertamento tombale: così Fabio Dorigo, il giornalista de Il Piccolo, quotidiano di Trieste, ha sagacemente introdotto il caso e reso pienamente l’idea circa la spiacevole situazione dell’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata di Trieste.
Ieri due ispettori della Guardia di Finanza, su mandato della magistratura – nella fattispecie del pubblico ministero Antonio Miggiani – si sono presentati presso lo stabile di via Torino a Trieste, dove ha appunto sede l’IRCI, ed hanno acquisito alcuni faldoni di documentazione amministrativa e contabile.
Il tutto è stato generato da un’esposto alla Procura della Repubblica da parte del Collegio dei Revisori dei Conti dell’Università Popolare di Trieste – il presidente del Collegio è l’ambasciatore Massimo Spinetti – in merito a delle irregolarità riscontrate nella rendicontazione effettuata dall’IRCI in merito alle manutenzioni delle tombe istriane effettuate nel 2010. Il tutto in riferimento ai finanziamenti da parte del Ministero degli Esteri che, transitando attraverso l’UPT, appunto, vengono percepiti dall’IRCI per la tutela e la manutenzione delle tombe di notevole interesse nei cimiteri istriani.
In merito a tutto ciò si dichiara tranquilla la presidente dell’IRCI, prof.ssa Chiara Vigini, poiché i fatti e la supposta mala gaestio risalgono ad anni in cui lei non era in carica né in servizio all’IRCI ed, inoltre, poiché le cifre contestate sono già state restituite dall’IRCI al ministero. Nessuna dichiarazione, invece, si riscontra da parte del direttore dell’Istituto, il dott. Piero Delbello, nelle sue funzioni e mansioni ininterrottamente sin da ben prima di allora.
