dokanv5L’articolo originale in lingua inglese SAITO Hitohira sensei interview – Rennes November 2016, a cura di Olivier EberhardtCharles Durand e con fotografie di Guillaume Prié è stato pubblicato su en.dokan-rennes.fr ed è leggibile direttamente qui; segue una traduzione in lingua italiana a cura di Enrico Neami.

L’Associazione DOKAN aderente al gruppo DENTO IWAMA RYU AIKIDO FRANCE ha organizzato lo scorso novembre 2016, a Rennes, il quarto seminario internazionale di Aikido diretto da SAITO Hitohira Sensei, caposcuola dell’Iwama Shin Shin Aiki Shurenkai. In quest’occasione Saito Hitohira Sensei ci ha trasmesso il senso e l’orientamento spirituale della sua ricerca aikidoistica.

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Sensei, quali sono le sue impressioni in merito a questa quarta edizione del seminario internazionale di Rennes?

Non  mi baso sulle impressioni, che non tento mai di analizzare. D’altronde vedo come stia crescendo il nostro gruppo e come progrediscano i praticanti che si allenano regolarmente. La situazione è un po’ più complessa quando sul tatami ci sono i nostri praticanti ed altri nuovi arrivati. Ci sono delle differenze di livello molto rilevanti tra di essi e quindi devo investire molto tempo a ripetere le stesse spiegazioni in merito ai principi di base delle nostre tecniche. Le basi sono molto importanti e fa sempre bene ricordarle. Ma ciò limita la possibilità di progressione dei praticanti del nostro gruppo, specialmente per il tempo limitato che ci è imposto durante i seminari. Ho comunque riscontrato i crescenti progressi effettuati dai praticanti presenti fin dalla prima edizione. Alla fine la cosa essenziale è che tutti possano gradualmente avvicinarsi alla tecnica ed alla spiritualità del Fondatore.

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Sensei, durante il seminario lei ha spiegato che l’Aikido di Morihiro SAITO Sensei, suo padre, non rappresenta il suo traguardo. Ci può spiegare qualcosa in più su questo punto?

Sì, infatti: l’Aikido di Morihiro Saito Sensei non è un obbiettivo, è ovvio. Il nostro traguardo è l’Aikido del Fondatore. Naturalmente mio padre ha lavorato a contatto diretto col Fondatore per molti anni ed è esattamente questo che ha reso autentico il suo Aikido. Però, l’unico esempio da seguire che oggi rimane è quello del Fondatore. Questo è il nostro scopo fondamentale: ritrovare fisicamente ed emozionalmente la stessa pratica che aveva luogo sotto le indicazioni dirette del Fondatore. Un vero allenamento che muova l’individuo fin nel profondo del proprio essere. La pratica avveniva in condizioni fisiche, mentali, psicologiche e spirituali molto vicine alla realtà. La sensazione di stress durante il keiko era perciò normale. Detto ciò, è chiaro che l’insegnamento di mio padre, Morihiro Saito Sensei, è estremamente utile per essere più vicini all’Aikido originale del Fondatore, poiché la pratica di mio padre avanzava sulle orme di quella di O Sensei.

saito-sensei-ken-rennes-nov16web-768x496Non è quindi un obbiettivo di per sé, ma l’insegnamento di mio padre rimane indispensabile perché venne forgiato dal lavoro di molti anni passati a stretto contatto col Fondatore. L’Aikido di mio padre è stato plasmato nel crogiolo dell’esperienza quotidiana accanto al Fondatore.

La mia famiglia ha condiviso la propria vita con quella del Fondatore. Ad esempio, alla sera, facevamo a turno per fare il bagno nell’acqua che aveva prima utilizzato O Sensei. Accudivamo lui e sua moglie. La nostra vita famigliare era intrinsecamente collegata a quella di O Sensei. È tutto ciò ad aver generato l’Aikido lasciato in eredità da mio padre e ad averne garantito l’autenticità. Potevo sentire la voce di O Sensei già quand’ero nel grembo di mia madre. Questa intimità quotidiana tra la mia famiglia ed il Fondatore ha permesso a mio padre di fare proprie cose impossibili da cogliere per altri allievi. Per tale motivo l’insegnamento di mio padre è essenziale per avvicinarsi alla pratica del Fondatore. Anche se non è un traguardo in sé.

Nel corso del seminario ha scritto la parola “misogi” sostituendo i kanji generalmente utilizzati per questa parola con i due kanji della parola “aiki“. Ci può spiegare?

O Sensei diceva che l’Aikido è Budo nato in un mondo spirituale. Deguchi Onisaburo aveva anche detto, a proposito dell’Aikido: “finalmente ecco un Budo plasmato nel mondo divino”. Per il Fondatore l’essenza dell’Aikido sta nella correlazione tra lo spirito ed il corpo (ricettacolo). L’attività della coppia così formata riproduce in modo simbolico e spirituale il collegamento coll’universo. Ad esempio il salire e scendere delle maree è governato dalla luna. Le maree sono una forma di respiro del pianeta dovuta alla forza di attrazione o repulsione.

saito-sensei-kokyu-nage-rennes-nov16web-768x476L’Aikido esprime questo meccanismo, questa respirazione. Grazie alle tecniche di Aikido ritroviamo questo fenomeno di attrazione e repulsione tra i corpi dei praticanti. Naturalmente sul piano fisico ma anche ad un livello spirituale.

Il keiko tenta di ricreare e comprendere proprio questo fenomeno, fisicamente e spiritualmente. Il Fondatore diceva che l’Aikido è misogi (1). Per ripulire il corpo, per lavarlo ogni giorno, per stirarlo quotidianamente è necessario sviluppare la relazione che ha con l’anima che ospita. Così, la pratica consente di ripulirsi e rafforzarsi fisicamente, ma non si ferma lì, altrimenti l’Aikido sarebbe solamente una disciplina fisica e tecnica. È essenziale impegnarsi completamente, coinvolgere l’animo nella pratica. Lo scopo è che sia corroborante per così far crescere il legame tra il nostro animo ed il corpo. Durante il keiko non si incontrano solamente i corpi dei praticanti, ma anche le loro anime. Questo incontro sul piano sia fisico che spirituale è parte del misogi. Le tecniche eseguite fisicamente durante l’allenamento sono il supporto, lo “strumento”, che consente alle anime dei praticanti di incontrarsi e fondersi.

saito-sensei-kokyu2-rennes-nov16web-768x468Quindi, un Budo che sta al livello di “vincere/perdere” non può raggiungere questa dimensione spirituale. Per questo il Fondatore diceva che l’Aikido è misogi.

Come sapete ho perso recentemente mia madre. Normalmente non avrei dovuto andarmene in giro e tenere lezioni nei 49 giorni seguenti la sua morte (2). Ma è proprio perché l’Aikido è misogi che ciò mi è invece possibile. Perché l’Aikido è un lavoro di purificazione. Tutto questo non è qualcosa di visibile con gli occhi. Gli occhi permettono solamente di cogliere la forma delle tecniche. Per cogliere la profondità dell’Aikido e delle sue tecniche, è necessario praticare con l’anima. Non è questione di mimare i gesti e fare cadute. È invece necessario sentire l’Aikido sulla pelle in ogni momento della pratica.

Intervista e traduzione di Olivier Eberhardt e Charles Durand – Rennes, novembre 2016.
Foto di Guillaume Prié.

(1) il misogi fa riferimento ad un’opera di purificazione. Lo Shintoismo ritiene che il mondo materiale sia pieno di impurità ed il misogi consiste nel lavare via dal mondo le impurità (kegare).

(2) Nello Shintoismo il sangue e la morte sono le principali impurità (kegare). A seguito di un decesso, rimangono in situazione di impurità la casa del deceduto ed i suoi amici e famigliari più stretti.

@EnricoNeami