Triestini che vivono nel mito aureo dell’Austria-Ungheria imperialregia? Appassionati di romanzi gialli? Affascinati dal romanzo storico? Curiosi di conoscere il notissimo personaggio che da giovane si chiamava Neron Vukic? Interessati a rivivere la Trieste del 1914 attraverso le pennellate di un’abile ed efficace ricostruzione letteraria? Cultori della ricostruzione geopolitica e strategica di scenario alle soglie della Prima Guerra mondiale? Ammaliati dalle trame balcaniche che soggiacquero allo scoppio del primo conflitto mondiale passando per l’Attentato di Sarajevo, di cui in questi giorni ricorrono i cent’anni?
Allora non potete perdervi l’intrigante ultimo romanzo di Hans Tuzzi – pseudonimo di Adriano Bon (Milano, 1952), autore della riuscita saga del commissario Melis – uscito nel 2014 per i tipi di Bollati Boringhieri editore nella collana “Varianti”.
La lettura del libro, agile e che vi terrà inchiodati al volume sino all’ultima pagina, risponderà superbamente a tutte le aspettative e, peraltro, vi riserverà nelle ultime 10 righe un inaspettato colpo di scena che certamente i più scaltri intenditori del giallo all’americana potrebbero intuire nel dipanarsi della vicenda ma che rappresenta, in ogni caso, una delle più brillanti chiusure per un romanzo di genere della letteratura contemporanea.
Ecco una breve sintesi della storia, così come proposta dall’editore:
Giugno 1914, un mercante levantino viene trovato cadavere nelle acque del porto di Trieste. Oltre che un mercante, però, il morto è l’informatore di un giovane agente segreto imperialregio, Neron Vukcic, che sospetta subito un omicidio. Comincia così un’indagine che si trasforma ben presto in un percorso a ritroso, basato su indizi e deduzioni: dall’ultima tappa toccata dal mercante prima di morire annegato, Sarajevo, Vukcic arriva sino a Istanbul, la capitale del vecchio impero ottomano, a quel tempo ancora Costantinopoli. La missione del nostro giovane agente segreto prosegue, piena di insidie, in un continuo incrociarsi di spie dei tre diversi imperi destinati a scomparire di lì a poco – l’austriaco, il turco, il russo –, di membri di società segrete nazionaliste, di danzatrici di successo internazionale. Attentati e agguati, mosse e contromosse animano e complicano una trama che riconduce inesorabilmente, in quel caldo giugno 1914, a Sarajevo, dove i servizi segreti delle Grandi Potenze hanno innescato un gioco più grande di loro.
In tutti i suoi romanzi Tuzzi è maestro nella ricostruzione di ambienti e luoghi: qui immerge il lettore nell’atmosfera della Belle Epoque, oltre che dei Balcani teatro di intrighi, avvincendolo con la trama e distraendolo con dettagli inediti e spassosi su città e luoghi ancora selvaggi. E soprattutto divertendolo con continui ammiccamenti agli appassionati del giallo, invitati a riconoscere in Neron Vukcic, la versione giovane di un celeberrimo detective che, come Neron, è nato in Montenegro il 17 aprile 1893…